Logo Paginemediche
  • Programmi
  • Visite
  • Salute A-Z
  • Chi siamo
  • MediciMedici
  • AziendeAziende
Epatocarcinoma: il cancro al fegato

Epatocarcinoma: il cancro al fegato

Il cancro al fegato è uno dei tumori più diffusi. Il più delle volte si sviluppa a causa del virus dell'epatite B o dell'epatite C.
In questo articolo:

Che cos'è il cancro al fegato

Il cancro al fegato, o epatocarcinoma, è uno dei tumori più diffusi al mondo e si colloca nella triste graduatoria delle più frequenti cause di decesso per numero di morti per Tumore in Italia, con un costante aumento negli ultimi 30 anni. Più del 95% dei malati di Tumore al fegato è cirrotico, e circa nel 5% dei casi di cirrosi il decorso della malattia porta al tumore al fegato.

Quali sono le cause del tumore al fegato e come si può prevenire

Una delle cause di tumore al fegato è la cirrosi. In più della metà dei casi la cirrosi si sviluppa a causa del Virus dellepatite B o dell’epatite C, il resto soprattutto per abuso di alcol. In Italia i portatori di virus dell’epatite B sono circa un milione, mentre sono circa un milione e mezzo quelli portatori di epatite C.
Per fermare questa endemia di cirrosi, che poi inevitabilmente porta al cancro del fegato, non c’è alcun dubbio: bisogna soprattutto agire sul fronte della prevenzione. In sostanza, dunque, bisogna agire a monte e bloccare lo sviluppo della cirrosi.

Fino a pochi anni fa, contro il virus dell’Epatite B si era praticamente impotenti. Ma oggi, grazie a farmaci simili a quelli che si usano contro il virus dell’HIV, si riesce a bloccare la replicazione del virus in più del 95% dei casi.
Il caso del virus C è più complicato, e solo una particolare associazione di due farmaci riesce a bloccare la replicazione del virus in circa il 60% dei casi. Nel caso dell’epatite C, oltre ai trattamenti tradizionali che sono l’interferone peghilato e la ribavirina, esistono nuovi farmaci antivirali promettenti che possono riassumere in tre gruppi di farmaci:

  • gli inibitori delle proteasi;
  • gli inibitori della HCV-polimerasi;
  • gli inibitori della ciclofilina.

Agendo in questo modo è possibile dunque bloccare la cirrosi sul nascere e prevenire anche il cancro al fegato. Naturalmente, un approccio preventivo molto efficace è quello della vaccinazione di massa per il virus dell’epatite B, una pratica che in Italia è obbligatoria dal 1991.

Un’altra possibilità è la prevenzione secondaria che si attua controllando ogni sei mesi il sangue dei cirrotici e con l’ecografia epatica. In questo modo si possono individuare precocemente i tumori del fegato.

Terapie percutanee del tumore al fegato

L’arsenale terapeutico degli oncologi oggi si arricchisce di due nuove armi in grado di tenere sotto controllo sempre più efficacemente il tumore del fegato. Si tratta di due tecniche di trattamento locoregionale, concentrato cioè sulla zona di organismo affetta dalla malattia che in questo caso è il fegato.
I trattamenti più efficaci per i pazienti con epatocarcinoma che non possono essere indirizzati al trapianto di fegato sono sostanzialmente di due tipi:

  • il primo metodo è quello dell’inoculazione all’interno del tumore di alcol al 98%, sotto guida ecografica. L’alcol, si sa, uccide le cellule epatiche ed è per questo che fa male e va sconsigliato. L’alcol diventa però utile per uccidere solo le cellule malate quando viene usato in maniera molto mirata.
  • Il secondo metodo per eliminare le cellule tumorali utilizza onde elettromagnetiche e prende il nome di termoablazione a radiofrequenza. Tale tecnica consiste nell’impiego di aghi che emettono onde radio a una particolare lunghezza d’onda che provoca la necrosi, cioè la morte, delle cellule interessate dal tumore. In altre parole, “brucia” le cellule tumorali. Anche in questo caso per indirizzare l’ago ci si aiuta con tecniche ecografiche.

Entrambi i metodi hanno la caratteristica di essere percutanei: i medici cioè intervengono ad addome chiuso in anestesia locale, il che rappresenta un importante passo in avanti per il benessere dei pazienti. 

Questi trattamenti locoregionali rivestono particolare importanza perché determinano un rallentamento significativo della crescita tumorale nei pazienti che non possono essere sottoposti a trapianto, unico metodo che garantisce sia la guarigione dal cancro, sia della cirrosi che lo ha determinato. Anche i pazienti in lista d’attesa per il trapianto possono giovarsene. Se il tumore compare durante questa attesa, infatti,  si riesce a bloccarne la progressione e a non far peggiorare le condizioni del paziente, permettendo il suo mantenimento nella lista. E questo naturalmente aumenta le probabilità che il paziente possa guarire del tutto grazie al trapianto.

Leggi anche:
La cirrosi epatica è una malattia degenerativa del fegato, causata principalmente da infezioni virali e consumo di bevande alcoliche.
Ultimo aggiornamento: 26 Luglio 2018
5 minuti di lettura

L’hai trovato utile?

Condividi

Iscriviti alla newsletter di Paginemediche
Unisciti ad una community di oltre 50mila persone per ricevere sconti esclusivi e consigli di salute dai nostri esperti.
Ho letto l'Informativa sulla Privacy e acconsento al trattamento dei miei dati personali