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Diagnosi del morbo di Alzheimer

Diagnosi del morbo di Alzheimer

La vera causa del morbo di Alzheimer è ancora sconosciuta. La diagnosi arriva dopo numerosi esami dello stato fisico e mentale del paziente.
In questo articolo:

La Malattia di Alzheimer è una forma di demenza, ma non è necessariamente causata dagli stessi fattori che inducono altre forme di demenza. Tuttavia, nonostante l'importanza della ricerca, la vera causa della malattia rimane sconosciuta. Non esiste un test specifico per determinare se una persona è affetta da malattia di Alzheimer. Si arriva a questa Diagnosi mediante un processo di eliminazione, congiunto a un attento esame dello stato fisico e mentale della persona, e non grazie al riscontro di prove tangibili della malattia stessa.

Lo stadio fisico e mentale

A chi assiste il malato o un parente viene chiesto di fornire informazioni sul comportamento del paziente, per esempio se ha difficoltà a vestirsi, lavarsi, gestire il denaro, mantenere gli appuntamenti, viaggiare da solo, svolgere il suo lavoro e usare gli elettrodomestici.

Il paziente sarà probabilmente sottoposto a visita neuropsicologica, in modo che si evidenzino eventuali problemi di memoria, linguaggio, organizzazione e attenzione. Spesso viene impiegato un esame chiamato Mini-Mental State Examination (MMSE), che consiste nel sottoporre il paziente a domande del tipo: 'Che giorno è oggi?' 'In che città ci troviamo?' 'Come si chiama questo?' (mostrando un orologio). Un'altra parte del test consiste nel far eseguire una serie di operazioni in base ad istruzioni semplici.

Per escludere l'esistenza di malattie che potrebbero giustificare la sindrome della demenza, o di altre malattie in grado di aggravare una pre-esistente malattia di Alzheimer, si esegue un certo numero di esami (ad es. esame del sangue e dell'urina). Inoltre, sono stati elaborati diversi metodi di rappresentazione per immagini dell'encefalo, atti a fornire immagini del cervello in vivo, in grado cioè di rivelare eventuali differenze tra il cervello delle persone affette da Alzheimer e quello di persone non affette.

Questi test permettono di esaminare in modo indolore e immune da rischi il cervello di una persona in vita. Per quanto queste tecniche non conducano a una diagnosi sicura di malattia di Alzheimer, alcuni medici possono impiegarle, singolarmente o congiuntamente, per dare maggior peso a una diagnosi di possibile o probabile malattia.

Diagnostica per immagini

Risonanza magnetica
Questo esame consente di ottenere un'immagine della struttura del cervello estremamente particolareggiata. Sovrapponendo un'immagine ad un'altra ottenuta alcuni mesi dopo, è possibile riscontrare i cambiamenti di una determinata parte del cervello in una fase iniziale.

TAC (Tomografia Assiale Computerizzata)
Questo esame misura lo spessore di una parte del cervello, che rapidamente si assottiglia nei malati di Alzheimer.

SPECT (Tomografia computerizzata mediante emissione di fotone singolo)
Questo esame può essere eseguito per misurare il flusso del sangue nel cervello; si è riscontrato che tale flusso è ridotto nei malati di Alzheimer, per effetto di una diminuita attività delle cellule nervose.

PET (Tomografia a emissione di positroni)
L'uso di questa tecnica è spesso limitato ai centri di ricerca. Può evidenziare cambiamenti nel modo in cui il cervello di un malato di Alzheimer funziona. Può, ad esempio, evidenziare un modello abnorme di utilizzo del glucosio da parte del cervello.

Come informare il malato

Oggigiorno si tende sempre più ad informare la persona della diagnosi che la riguarda. Questo è forse dovuto ad una maggiore consapevolezza della malattia. Alcuni però potrebbero desiderare di non essere informati che sono affetti da demenza.

Ad ogni modo, è opinione diffusa che ognuno debba avere il diritto, e gli si debba dare l'opportunità, di scegliere tra essere informato e rinunciare a tale diritto. Ci sono pro e contro ad informare qualcuno della diagnosi che lo riguarda. Inoltre, una volta che si è presa la decisione di informare l'interessato della diagnosi, può sorgere il problema di come informarlo.

Pro e contro

In molti casi, si arriva alla diagnosi in seguito a preoccupazioni espresse dai familiari. Sovente la persona affetta da Demenza non si rende conto, o non è d'accordo, di avere dei problemi; non ha perciò alcun interesse a chiedere una diagnosi. Alcuni possono sentirsi depressi nell'apprenderlo, o ritenere comunque che sarebbero stati più felici senza saperlo.

Tuttavia, il saperlo presenta notevoli vantaggi: quando una persona sa di essere affetta da demenza e che cosa essa comporta, può programmare come passare al meglio gli anni di relativo buon funzionamento mentale che le rimangono. Può anche avere un ruolo attivo nel programmare la propria assistenza, stabilire chi dovrà prendersi cura di lei, prendere importanti decisioni finanziarie e persino partecipare alla ricerca sulla malattia di Alzheimer, o disporre per donare post mortem il proprio tessuto cerebrale per la ricerca.

Come comunicare la diagnosi al malato

In alcuni casi, parenti ed amici possono trovare difficile affrontare l'argomento. C'è il malato che preferirebbe essere informato in un colloquio a quattr'occhi, mentre un altro potrebbe trovare più rassicurante che gli si parli in presenza della famiglia, per averne un sostegno morale e affettivo. Un'altra possibilità è quella di incaricare il medico di fiducia del malato di informarlo.

Può essere utile accompagnare il malato dal medico, o altrimenti provvedere perché ci vada da solo. Il dottore potrà così rispondere alle domande che la persona che assiste il malato e/o il malato stesso gli porranno. La diagnosi dovrà essere comunicata in modo diverso, a seconda della capacità di comprendere delle persone.

Ad alcune si può spiegare che cos'è la malattia, come evolve e quali sono le conseguenze sul vivere quotidiano, mentre altre sono in grado soltanto di afferrare che hanno una malattia che comporta la perdita della memoria. Una volta informate, le persone affette da demenza possono aver bisogno di aiuto per arrivare a convivere con i propri sentimenti di rabbia, senso di colpa, paura e depressione. Ad alcune può essere d'aiuto l'assistenza psicologica e dei gruppi di sostegno, purché la malattia non sia arrivata a uno stadio troppo avanzato.

I tipi di diagnosi

La diagnosi dell'Alzheimer può avere tre alternative: malattia di Alzheimer possibile, probabile e certa.

Malattia di Alzheimer possibile
Una diagnosi di possibile malattia di Alzheimer è basata sull'osservazione di sintomi clinici e sul deterioramento di due o più funzioni cognitive (per es. memoria, linguaggio o pensiero) in presenza di una seconda malattia che non è considerata la causa della demenza, ma che rende comunque la diagnosi di malattia di Alzheimer meno sicura.

Malattia di Alzheimer probabile
La diagnosi si qualifica come probabile sulla base degli stessi concetti detti sopra, ma in assenza di una seconda malattia.

Malattia di Alzheimer certa
L'identificazione delle caratteristiche placche senili e viluppi neuro-fibrillari nel cervello è l'unica cosa che permette di formulare con certezza la diagnosi di malattia di Alzheimer. Per questa ragione la terza diagnosi, quella di malattia di Alzheimer sicura, può essere formulata soltanto mediante biopsia del cervello, o dopo che è stata effettuata un'autopsia.

Test per la diagnosi

Non è consigliabile sprecare tempo e denaro nei test. Non esiste la possibilità di predire se un determinato individuo svilupperà la malattia. È possibile sottoporsi a un test per determinare la presenza del gene ApoE4, ma questo test non dice che un determinato individuo svilupperà la malattia oppure che ne sarà immune; segnala semplicemente un rischio maggiore.

Infatti, ci sono persone dotate del gene ApoE4 che sono vissute fino a tarda età senza sviluppare la malattia, proprio come ce ne sono altre che non avevano l'ApoE4 e che hanno invece manifestato la malattia. Perciò, sottoporsi a questo test può comportare il rischio di un indebito allarme o di una falsa sicurezza. Soltanto nelle rarissime famiglie dove l'Alzheimer è una malattia genetica dominante, i congiunti non affetti dalla malattia possono sottoporsi a test diagnostico predittivo. È necessario che la persona che vi si sottopone abbia un'assistenza psicologica completa prima, durante e dopo il test.

Leggi anche:
Il morbo di Alzheimer è una forma di demenza caratterizzata da sintomi come la perdita di memoria e l'afasia.
Ultimo aggiornamento: 01 Settembre 2017
8 minuti di lettura

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