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Management della ereutofobia

La psicoterapia, associata spesso anche a terapie mediche, è il primo passo per il controllo dei sintomi della ereutofobia.

Psicoterapia

Tecnicamente l'arrossire può essere controllato attraverso il controllo del pensiero ma questo è molto difficile, se non impossibile, come molti attestano. La psicoterapia è sicuramente il primo approccio terapeutico ed è anche quello che la maggior parte dei medici consiglia.

Terapie mediche

Non sempre però la psicoterpia può controllare i sintomi e perciò vengono associate delle terapie mediche.

  • Fluoxetine: appartiene alla categoria degli 'specific serotonin reuptake inhibitor' o 'SSRI' e agisce mantenedo il livello della serotonina costante (neurotrasmettitore) a livello cerebrale. Permette di avere una visione ottimistica e positiva della vita prevenendo così il circolo vizioso della eritrofobia e depressione.
  • La clonidina è un antipertesivo con effetto centrale.
  • Propanololo o Atenololo: appartiene alla classe dei betabloccanti che causano Vasocostrizione ed inoltre eliminano Ansia e nervosismo, rompendo così in teoria il circolo vizioso.


Questi sono i medicinali più usati. Tutti hanno anche degli effetti collaterali e non sempre riescono a controllare il fenomeno.

Simpatectomia Toracoscopica

Oggigiorno il trattamento per la cura di un'ereutofobia che non risponde a metodi farmacologici o psicoterapici è un intervento conosciuto con il nome di simpatectomia endoscopica toracica. Il principio della simpatectomia è l'interruzione definitiva o temporanea dei nervi e nodi nervosi (gangli) che trasmettono i segnali ai vasi della Cute del viso.

Si tratta di un intervento di invasività minima sviluppato negli ultimi anni in alcuni ospedali europei, che ha sostituito definitivamente la simpatectomia toracica 'a cielo aperto' una tecnica assai cruenta usata negli anni passati, che ha comportato lunghi tempi di degenza e convalescenza. La tecnica endoscopica è molto sicura, se adottata da un chirurgo esperto.

Questo tipo di procedura porta alla cura definitiva del disturbo in quasi il 75% dei pazienti trattati, il restante 24% ha un netto miglioramento, lasciando soltanto una piccola cicatrice nell'ascella. La catena ganglionare, responsabile della innervazione, viene facilmente riconosciuta a livello delle articolazioni costovetrebrali e viene divisa tra T2 ed il ganglio stellato con una clip.

Ultimo aggiornamento: 16 Marzo 2015
2 minuti di lettura

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