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Non temere: la malattia di Alzheimer attraverso gli occhi del malato

Non temere: la malattia di Alzheimer attraverso gli occhi del malato

Il cortometraggio "Non temere" accende i riflettori su una malattia di cui si conosce ancora troppo poco: cosa significa vivere e convivere con il morbo di Alzheimer?
In questo articolo:

Arriva sul sito di Rai Cinema Channel, dove sarà visibile da oggi al 24 luglio: è il toccante cortometraggio “Non temere”, incentrato sulla vita vissuta con il morbo di Alzheimer, malattia che comporta nella persona colpita una profonda sofferenza anche di tipo psicologico e non risparmia familiari e amici.

ll film, prodotto nel 2016 da Insolita Film e da Marco Calvise - anche regista del cortometraggio, è ora in concorso al Social World Film Festival 2018 nell’ambito della sezione “La città del cortometraggio” e, grazie a una collaborazione tra il festival e Rai Cinema, sarà disponibile per due settimane sul sito RaiCinema.it.

Sensibilizzare e informare: l'obiettivo del film "Non temere"

Si tratta di un traguardo importante per il cortometraggio il cui obiettivo è sensibilizzare un pubblico quanto più ampio possibile sulla malattia di Alzheimer, di cui si conosce ancora troppo poco e su cui si interviene spesso in maniera tardiva. «Per questo è di fondamentale importanza trovare luoghi e occasioni per informare e coinvolgere giovani e società civile», nelle parole del regista Calvise. La piattaforma Rai è una di queste.

Diventare più sensibili nei confronti di chi soffre di Alzheimer vuol dire anche fare i conti con la giornata tipo di un malato, bene interpretata nel film dall’attore Francesco Carnelutti, scomparso nel 2015, con le enormi difficoltà di moglie e figlia a relazionarsi e comunicare con il protagonista, Giuseppe.

Soltanto la musica è in grado di vincere lo stato di torpore dell’uomo: è lei la chiave per entrare in quel mondo. E poi c’è un vecchio diario, in cui Giuseppe appunta i suoi ricordi. Sfogliando il diario il morbo prende forma. Più le pagine scorrono e più la scrittura si fa incerta, disordinata, più rada, fino a diventare incomprensibile. In fondo, le pagine bianche segnano il punto di non ritorno per l’uomo e per sua figlia che ogni giorno si occupa di lui.

Attraverso una vicenda drammatica e piena di suggestioni, il film fa dunque emergere chiaramente l’importanza di offrire un supporto psicologico anche ai parenti che si ritrovano ad affrontare il radicale cambiamento della persona malata, la sua progressiva perdita dell’identità e della storia affettiva, un supporto che li possa aiutare a gestire l’enorme carico emotivo e organizzativo che l’Alzheimer causa.

Morbo di Alzheimer: i numeri in Italia

In Italia sono circa 600 mila i malati di Alzheimer (46 milioni quelli nel mondo), pari al 4% della popolazione over 65. E stimando che nel 2050 gli ultra 65enni rappresenteranno il 34% della popolazione, le previsioni per i prossimi anni indicano un aumento dei casi che renderà il nostro Paese uno dei più colpiti dalla patologia. Per i pazienti spesso insorgono problemi per tutte le fasi del percorso, dalla prevenzione alla diagnosi fino alla gestione. Gli ultimi dati ci parlano di 1 milione di persone affette da demenze, di cui la malattia di Alzheimer rappresenta il 60% circa dei casi.

In fondo ai numeri c’è però la solitudine delle persone coinvolte, e restare chiusi in casa peggiora la situazione: gli esperti e le associazioni dei familiari sottolineano di frequente la necessità di una presa in carico socio-sanitaria del problema, che può essere sviluppata attraverso i canali istituzionali, l'apporto del volontariato ma anche i riflettori accesi sulla malattia da parte del mondo della cultura e del cinema: “Non temere” offre il suo contributo proprio attraverso questa terza via.

Leggi anche:
Assistere una persona con Alzheimer richiede cure e attenzioni quotidiane. Per affrontare la malattia bisogna innanzitutto interagire con il malato.
Ultimo aggiornamento: 11 Luglio 2018
4 minuti di lettura

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