Roma, 26 nov. (Adnkronos Salute) - I potrebbero essere trattati, e contrastati, 'bersagliando' in modo mirato il cervello dei pazienti con speciali onde sonore 'indolori'. Lo afferma un team di scienziati italiani, che sta utilizzando gli ultrasuoni proprio a questo scopo e presenterà i risultati di uno studio ad hoc la prossima settimana, al meeting annuale della Radiological Society of North America, a Chicago. I ricercatori dell'Università dell'Aquila hanno scoperto che il 95% dei pazienti coinvolti nello studio ha visto un'immediata riduzione dei tremori dopo il trattamento con onde sonore ad alta frequenza. E meno di uno su 10 (8%) ha presentato effetti collaterali nei sei mesi successivi.
La terapia ha funzionato concentrando le onde sonore su minuscole aree specifiche del cervello dei pazienti. Si tratta di un approccio mini-invasivo, che presenta dei vantaggi rispetto alla stimolazione cerebrale profonda, incluso un ridotto rischio di complicanze, come ha spiegato l'autore principale dello studio, Federico Bruno del Dipartimento di Scienze biotecnologiche e cliniche applicate dell'Università dell'Aquila. "Un altro vantaggio è l'effetto immediato fornito da questo trattamento, a differenza della stimolazione cerebrale profonda che richiede un periodo di rodaggio per l'elettrostimolazione", ha detto. "Inoltre, il trattamento con" ultrasuoni mirati "richiede un ricovero più breve ed è una procedura abbastanza ben tollerata anche da pazienti più fragili".
Per lo studio Bruno e il suo team hanno arruolato 39 pazienti, con un'età media di 64,5 anni e tremori disabilitanti che non avevano risposto al trattamento; i pazienti erano afflitti da sintomi presenti in media da oltre 10 anni. I ricercatori hanno valutato i soggetti in base alla gravità del tremore e al livello di qualità della vita prima del trattamento, immediatamente dopo e nel corso dell'anno successivo. Così gli scienziati hanno scoperto che 37 pazienti su 39 (il 95%) avevano sperimentato una riduzione sostanziale e immediata del tremore. Un effetto positivo che si è conservato anche nei controlli di follow up.
"Lo studio che presentiamo descrive la nostra esperienza di oltre un anno nel trattamento del tremore con talamotomia con ultrasuoni focalizzati - commenta Bruno - L'applicazione clinica di questa tecnica per le malattie neurologiche è una novità assoluta: l'uso clinico è stato approvato dalla Food and Drug Administration meno di tre anni fa".
La terapia ha funzionato concentrando le onde sonore su minuscole aree specifiche del cervello dei pazienti. Si tratta di un approccio mini-invasivo, che presenta dei vantaggi rispetto alla stimolazione cerebrale profonda, incluso un ridotto rischio di complicanze, come ha spiegato l'autore principale dello studio, Federico Bruno del Dipartimento di Scienze biotecnologiche e cliniche applicate dell'Università dell'Aquila. "Un altro vantaggio è l'effetto immediato fornito da questo trattamento, a differenza della stimolazione cerebrale profonda che richiede un periodo di rodaggio per l'elettrostimolazione", ha detto. "Inoltre, il trattamento con" ultrasuoni mirati "richiede un ricovero più breve ed è una procedura abbastanza ben tollerata anche da pazienti più fragili".
Per lo studio Bruno e il suo team hanno arruolato 39 pazienti, con un'età media di 64,5 anni e tremori disabilitanti che non avevano risposto al trattamento; i pazienti erano afflitti da sintomi presenti in media da oltre 10 anni. I ricercatori hanno valutato i soggetti in base alla gravità del tremore e al livello di qualità della vita prima del trattamento, immediatamente dopo e nel corso dell'anno successivo. Così gli scienziati hanno scoperto che 37 pazienti su 39 (il 95%) avevano sperimentato una riduzione sostanziale e immediata del tremore. Un effetto positivo che si è conservato anche nei controlli di follow up.
"Lo studio che presentiamo descrive la nostra esperienza di oltre un anno nel trattamento del tremore con talamotomia con ultrasuoni focalizzati - commenta Bruno - L'applicazione clinica di questa tecnica per le malattie neurologiche è una novità assoluta: l'uso clinico è stato approvato dalla Food and Drug Administration meno di tre anni fa".
Ultimo aggiornamento: 26 Novembre 2019
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