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Quante sostanze nocive nei prodotti di uso comune?

Un rapporto americano pone l'attenzione sui rischi legati alle sostanze contenuta in detergenti per la casa. E in Italia cambia la normativa sulle etichette.

Cosmetici e prodotti per pulire la casa contengono spesso sostanze chimiche potenzialmente tossiche e nocive. Un problema troppo spesso sottovalutato ma che esiste e sul quale vanno accesi i riflettori perché ombretti, mascara, ma anche detersivi sono utilizzati soprattutto dalle donne. Ed è a loro che è dedicato l’ampio Report condotto dall'associazione statunitense Women's Voices for the Earth che ha esaminato il contenuto di alcuni tra i più comuni prodotti per la pulizia della casa.

I punti principali emersi dall'analisi sono:

  • in alcuni prodotti non si trovano più sostanze pericolose come alcuni interferenti endocrini o distruttori endocrin;i
  • alcune aziende approfittano delle lacune legislative per non indicare le sostanze utilizzate per conferire ai detergenti la loro fragranza.

Ed è proprio nei profumi, spesso allettanti, che convincono la consumatrice da acquistare il prodotto che si nascono da sostanze nocive ed allergizzanti. È il caso dei muschi bianchi che sono ottenuti grazie all’uso di composti sintetici di dubbia salubrità.

E in Europa? La normativa n°259/2012 obbliga le aziende ad una etichettatura addizionale dei detergenti, comprese le fragranze allergizzanti, tuttavia la fragranza o il profumo di un prodotto sono il frutto di un mix di decine e decine di sostanze che non vengono tutte indicate e molte delle quali non sono nemmeno inserite nella lista degli allergeni.

In Italia a cambiare le cose ci sta provando l’Istituto Superiore di Sanità che obbliga dal 1 giugno prossimo ad applicare nuovi criteri di classificazione, etichettatura ed imballaggio anche alle miscele chimiche pericolose.

Tornando ai prodotti che abbiamo comunemente in casa questa normativa riguarda sostanze come l'acido solforico che si trova nei prodotti disgorganti, l'acido fosforico nei prodotti disincrostanti o l'ipoclorito di sodio nei prodotti sbiancanti. L’obiettivo è quello di rendere uniformi tutte le diciture delle etichette in modo da offrire una lettura più chiara e completa al consumatore. Sull'etichetta saranno anche presenti le indicazioni di pericolo 'H' e i consigli di prudenza 'P', oltre ai nomi delle sostanze presenti nella miscela che la fanno classificare come pericolosa.

Ultimo aggiornamento: 21 Luglio 2015
2 minuti di lettura

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