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Smart Drugs: cosa sono?

Smart Drugs: cosa sono?

Con il termine smart-drugs s‘intende tutta una serie di composti di origine naturale o sintetica che contengono vitamine e principi attivi di estratti vegetali.
In questo articolo:

Smurt drugs: scopriamo cosa sono

Con il termine smart-drugs, letteralmente “droghe furbe”, s‘intende tutta una serie di composti di origine naturale o sintetica che contengono vitamine e principi attivi di estratti vegetali.

Le smart-drugs sono consumate poiché promettono di aumentare le potenzialità cerebrali, la capacità di apprendimento e la memoria, nonché di migliorare le performance fisiche di chi le assume e di fornire effetti psichedelici con alterazione delle percezioni sensoriali.

Attualmente non esiste una precisa e univoca definizione del termine, ma pare che esso sia principalmente legato al fatto che tali droghe non sono presenti nelle Tabelle legislative riportanti le sostanze stupefacenti e psicotrope e, di conseguenza, coloro i quali ne fanno uso o li commercializzano non sono perseguibili a norma di legge.

Gli smart-shops propongono lo “sballo” con prodotti naturali, erboristici e dunque erroneamente ritenuti “innocui” rispetto alle droghe più comunemente utilizzate per l’effetto stimolante centrale.

Tale presupposto, ovviamente, non è del tutto corretto; basti pensare alle ben note cocaina e morfina.

È proprio la scarsa conoscenza dei diversi prodotti di origine naturale ad essere sfruttata da chi li mette in vendita poiché questi avrà un buon margine di tempo per svolgere la sua attività nella legalità prima che siano effettuate ricerche mediche capaci rivelare la pericolosità per l’uomo di tali sostanze.

Spesso, inoltre, le varie “erbe” sono vendute come profumatori ambientali o come semi da collezione, ma gli “psiconauti”, come si definiscono i consumatori di questi prodotti, li utilizzano per fumarle o masticarle.

Un esempio relativamente recente è stato quello della Salvia Divinorum, una pianta regolarmente e legalmente venduta negli smart-shops come profumatore ambientale, che ha visto un notevole incremento nell’uso tra i frequentatori di tali negozi.

Ciò ha destato la preoccupazione delle autorità competenti, che, dopo ricerche approfondite sugli effetti psicoattivi e allucinogeni della pianta, hanno deciso di metterla al bando ed inserire il suo principio attivo, la Salvinorina A, nella tabella I dell’elenco delle sostanze stupefacenti e psicotrope di cui al DPR 309/90.

Ci sono, ancora, i cocktail e i mix di diverse sostanze create dagli stessi gestori degli smart-shop: i titolari iniziano a ideare, in piena legalità, sulla base di conoscenze del tutto empiriche e con l’aiuto di laboratori specializzati, miscele di loro concezione, con ingredienti che hanno o possono indurre effetti pronunciati sullo stato psicofisico ancor più per via di un effetto sinergico.

È importante, infine, sottolineare il problema della facile reperibilità di queste sostanze via Internet.

Basta navigare in rete per vedere che esiste un vero e proprio universo parallelo in cui ci si scambia informazioni sulle diverse erbe e semi, sul come e dove reperirli.

L’e-commerce permette di comprare una vasta gamma di prodotti: smart-drugs di origine vegetale a prezzi concorrenziali rispetto a quelli degli smart-shops, ma anche prodotti di sintesi, molti dei quali sono già definiti in Italia come stupefacenti.

La stessa cosa comunque accade in numerosi stati Europei (Francia, Germania, Olanda, ecc.).

Nell’e-commerce, inoltre, il cliente sente più tutelata la propria privacy ed è portato ad acquistare nella segretezza, ma può non essere correttamente informato dai gestori di questi siti circa i margini di legalità da rispettare.

Modalità di assunzione delle Smart drugs ed effetti

I prodotti commercializzati negli smart-shops possono essere classificati in diverse categorie a seconda che siano pronti o meno all’uso.

Tra i primi troviamo una gamma pressoché infinita di pillole, gocce, bevande (alcoliche o energetiche), “canne” preparate con erbe aromatiche, “snuffs” vegetali etc.

Tra i secondi, troviamo alcuni preparati, quali decotti o infusi.

Poi c’è la serie di profumatori ambientali, incensi e semi da collezione per i quali non è previsto l’uso sistemico.

Da segnalare la presenza di tali prodotti, oltre che “al naturale”, in misure composte più concentrate, riconoscibili attraverso la dicitura 10X o 15X, che possono rivelarsi più dannose proprio perché il principio attivo è stato estratto e riapplicato, in modo da concentrarlo rispetto al prodotto “naturale”.

Diverse sono le modalità di assunzione di questi prodotti: per via inalatoria o per via orale; alcuni sono consumati con il supporto di strumenti, quali pipe ad acqua (bong), vaporizzatori, etc.

Identikit del consumatore

Il profilo dei consumatori delle smart-drugs è molto ampio e differenziato.

Quando con questo termine si vuole indicare una serie di bevande energetiche o pastiglie stimolanti che, simulando l’effetto dell’ecstasy, assicurano effetti eccitanti pur rimanendo nella legalità (caffeina, ginseng o taurina), i consumatori sono solitamente giovani e gli ambienti di utilizzo possono essere discoteche o rave party.
Se invece le smart-drugs si confondono molto più con le droghe naturali o le droghe etniche, il loro consumo è confinato ad ambienti più alternativi. I frequentatori degli smart-shops comunque possono appartenere a varie categorie sociali: studenti che ricercano in questi negozi stimolanti cerebrali dal basso profilo tossicologico per la preparazione degli esami; adulti 40-60enni, soprattutto maschi, che ricercano alcune smart-drugs dalle proprietà simil-viagra e poi giovani che usano le smart-drugs per i loro presunti effetti psichedelici o semplicemente per curiosità.

Classificazione delle smart drugs

Alcuni autori le suddividono per modalità di consumo, altri in base alla composizione chimico-fisica o allo scopo d’uso.

La maggior parte delle smart-drugs contiene principi attivi vegetali e presenta un’azione stimolante.

Possono genericamente essere suddivise in:

  • Stimolanti efedrinici (herbal ecstasy);
  • Stimolanti xantinici;
  • Stimolanti afrodisiaci a base vegetale;
  • Prodotti alcolici (liquori di assenzio);
  • Popper;
  • Eco-drugs.

Stimolanti efedrinici

Cosa sono?

L’efedrina è un alcaloide presente nelle piante del genere Ephedra con una struttura chimica simile alle anfetamine.

Le medicine tradizionali cinese ed indiana riconoscono proprietà medicamentose agli steli verdi dell’Ephedra sinica e gerardiana, che sono essiccati, bolliti in acqua calda e somministrati sottoforma di thè.

L’efedrina e la pseudoefedrina svolgono un’azione agonista dei recettori alfa e beta-adrenergici e posseggono un’azione stimolante sul sistema nervoso centrale.

Assunzione ed effetto delle smart drugs

L’efedrina può essere assunta per via inalatoria (i sali di efedrina sono usati come decongestionanti nasali), ma è assorbita bene anche attraverso la cute sotto forma di unguento.

Gocce di efedrina allo 0.1% applicate agli occhi sono efficaci per il trattamento della congiuntivite allergica.

Effetti farmacologici

In passato l’efedrina e i suoi sali erano utilizzati nel trattamento di forme lievi di asma bronchiale; attualmente però i broncodilatatori più selettivi (ß2-stimolanti) ne hanno soppiantato l’uso.

L’efedrina è stata anche utilizzata per contrastare l’incontinenza urinaria, sebbene la sua efficacia in questo senso non sia stata chiaramente dimostrata, poiché determina ritenzione urinaria soprattutto negli uomini con iperplasia prostatica benigna.

A livello centrale l’efedrina per il suo potente effetto stimolante ha trovato impiego come anoressizzante centrale contenuto in prodotti dimagranti e per il trattamento della narcolessia e degli stati depressivi.

A livello Cardiovascolare determina incremento della forza di contrazione, aumento dell’output cardiaco e vasocostrizione periferica con aumento della pressione sistolica (pari a 14 mm Hg) e diastolica (6 mm Hg) e per questa azione è stata anche utilizzata nel trattamento dell’ipotensione arteriosa conseguente l’anestesia spinale.

Gli integratori alimentari contenenti Ephedra sinica sono commercializzati con azione anoressizzante, grazie alle proprietà lipolitiche dell’efedrina, o per migliorare le prestazioni atletiche.

Spesso tali integratori sono venduti in associazione ad altri prodotti contenenti fonti naturali di caffeina (Paulinia cupana o guaranà e Cola nitida o kolanut), al fine di aumentare gli effetti eccitanti dell’efedrina.

I più comuni effetti avversi associati all’uso di efedrina sono: tremori, stati di ansia e di confusione, irrequietezza, insonnia e stati psicotici; in seguito ad overdose possono invece manifestarsi psicosi paranoiche e allucinazioni.

A livello cardiovascolare l’efedrina può indurre ipertensione arteriosa, vasocostrizione, tachicardia, palpitazioni, ischemia del miocardio e arresto cardiaco, ictus ischemico o emorragico.

Effetti tossicomanigeni

L’efedrina è stata utilizzata ampiamente anche a scopo voluttuario, c’è stato anche un uso non terapeutico negli ambienti sportivi e in quelli della pornografia.

Negli smart-shop italiani si commercializzano prodotti a base di Efedra estremamente eterogenei sia per quel che riguarda il contenuto di principio attivo che per l’associazione con altri estratti vegetali contenenti molecole farmacologicamente attive (caffeina, teobromina, teofillina).

Tali associazioni dovrebbero potenziare gli effetti del singolo componente della miscela; non a caso, spesso i prodotti erboristici a base di efedrina vengono definiti con il nome generale di herbal ecstasy.

L’effetto anfetaminico delle herbal ecstasy è relativamente più corto di quello della classica metamfetamina di sintesi (speed) ed è sufficiente oltrepassare di poco la singola dose per percepire l’effetto collaterale del “trembling”, con un generalizzato tremolio fisico e sensoriale che riguarda anche la vista e l’udito.

L’efedrina, la pseudoefedrina e la norefedrina sono usate da alcuni laboratori clandestini per sintetizzare illecitamente anfetamina e derivati anfetaminici.

Dipendenza e astinenza

In seguito ad assunzioni ripetute si può avere tachifilassi (riduzione dell’efficacia fino alla perdita dell’effetto).

L’overdose da efedrina si manifesta con nausea e vomito, cui seguono cefalea, agitazione, stati di ansia, tremori, tachicardia e ipertensione.

L’eccessivo incremento della pressione può portare a emorragia cerebrale e infarto del miocardio, aritmie ventricolari, arresto cardiaco e morte.

Disposizioni legislative

In Italia l’efedrina, la pseudoefedrina, la metilefedrina, la metilepseudoefedrina o la norefedrina, l’intera pianta o parti di essa non sono incluse nella tabella I di cui all’articolo 14 del DPR 309/90, ad eccezione della norpseudoefedrina (o catina).

L'efedrina, la pseudoeferina e la metilefedrina sono inserite nella lista dei farmaci, delle sostanze biologicamente o farmacologicamente attive considerate come doping (articolo 1 della legge n. 376/00).

Recentemente, la Food and Drug Administration (FDA), ha proibito la vendita degli integratori alimentari a base d’efedrina; nell’Unione Europea dal 1° aprile 2004 è stata vietata la vendita e la produzione non farmaceutica delle herbal ecstasy e pillole smart a base di efedrina, dispensabili solo dietro presentazione di ricetta medica.

Stimolanti xantinici: cosa sono?

Gli stimolanti xantinici (caffeina, teofillina e teobromina) sono alcaloidi vegetali dalla struttura purinica; si tratta di composti presenti in numerose piante, tra cui le principali sono caffè, tè, cola, guaranà, matè e maytenus.

Effetti farmacologici

Queste sostanze agiscono principalmente come stimolanti del sistema nervoso centrale, determinando una riduzione del senso di fatica e un aumento dell’attenzione.

In particolare, la caffeina è in grado di aumentare la forza di contrazione e la frequenza cardiaca, mentre la teobromina e la teofillina rilasciano la muscolatura liscia bronchiale.

Gli stimolanti xantinici mostrano, inoltre, una attività diuretica, stimolano la secrezione gastrica e la lipolisi.

La Caffeina è utilizzata in terapia, in associazione con alcaloidi della segale cornuta o antipiretici-antinevralgici, nel trattamento delle cefalee; la teofillina, invece, trova impiego nel trattamento delle crisi asmatiche.

Effetti tossicomanigeni

Gli stimolanti xantinici vegetali sono i costituenti di numerose “smart pills” ed “energy drinks” come coadiuvanti per le prestazioni intellettive, per la preparazione degli esami universitari, per lunghe ore di guida e in altre diverse situazioni in cui sia richiesto un aumento di prestazione fisica o intellettiva.

L'abuso di questi prodotti comporta sintomi simili al generico abuso da caffeina, ossia: irrequietezza; insonnia; tremori.

Questi sintomi scompaiono velocemente nel momento in cui si interrompe l'assunzione.

Nella classe degli energy drinks è sfruttato spesso il sinergismo della coppia caffeina-taurina, è questo il caso della Red Bull® e di numerose bevande simili.

La taurina è un aminoacido localizzato nel cervello e nel cuore dell'uomo adulto che presenta attività antiossidanti, sensibilizza il sistema immunitario e facilita l'eliminazione delle tossine per via renale.

La taurina svolge, inoltre, un ruolo importante nella regolazione del volume cellulare ed è implicata in un gran numero di fenomeni fisiologici, tra cui l'inibizione della neurotrasmissione, la stabilizzazione di membrana e l'omeostasi del calcio.

Sono stati ricercati molti impieghi terapeutici della taurina nelle malattie cardiovascolari, nell’ipercolesterolemia, nell’epilessia, nella degenerazione maculare, nel morbo di Alzheimer, nei disordini epatici e nella fibrosi cistica, ma non sono mai stati confermati e allo stato attuale nessuno di questi entra nella pratica clinica; quindi la taurina non è da considerare un farmaco, ma al massimo un integratore alimentare.

È stato sperimentalmente provato che l'abbinamento taurina-caffeina incrementa di circa il 20% il volume di sangue pompato al cuore a ogni battito, cosa che non avviene con la sola caffeina; l'aumento della portata sanguigna provoca una migliore ossigenazione anche nel cervello, con maggior rendita nell'attività di veglia.

Per queste caratteristiche tali bevande sono ampiamente consumate dai camionisti per far fronte alle diverse ore di guida e dai giovani in associazione all’alcol nei locali notturni.

Gli effetti tossici della taurina e della sua associazione con la caffeina sono essenzialmente correlabili al sistema cardiocircolatorio (tachicardia e ipertensione).

In letteratura è riportato un caso di sindrome tachicardica causata da un’eccessiva assunzione di Red-Bull in una giocatrice professionista di pallavolo di 16 anni che aveva iniziato a consumare 4-5 lattine al giorno di Red-Bull da circa 10 giorni.

In Italia prodotti a base di taurina sono venduti anche in supermercati ed erboristerie, mentre in Francia la Red-bull è vietata a causa del troppo elevato contenuto in caffeina.

Esistono infine altri stimolanti in cui alla coppia caffeina-taurina è aggiunta la sinefrina, una sostanza estratta dalla buccia dell'arancio amaro e che è proposta nel mondo smart come sostituto all'efedrina, sebbene in maniera deludente.

Infatti, la sinefrina si differenzia dall'efedrina per la mancanza di effetti sul battito cardiaco e sulla pressione sanguigna.

Molti consumatori, dopo aver provato l'efedrina, rimangono delusi dai prodotti a base di sinefrina.

Afrodisiaci vegetali: cosa sono?

Gli stimolanti afrodisiaci sono pillole i cui principi attivi sono estratti di piante, per lo più esotiche, riconosciute dalla medicina occidentale come dotate di proprietà afrodisiache, generalmente non meglio specificate.

Nel mondo degli afrodisiaci legali ci troviamo di fronte a una giungla di prodotti specifichi per le diverse esigenze sessuali, maschili e femminili.

Attualmente in Italia, gli afrodisiaci maschili smart più in voga sono quelli del gruppo della Sex-e.

Pur rientrando nella categoria commerciale di "viagra vegetale", i prodotti Sex-e procurano un effetto mentale di tipo empatico oltre a quello specificamente sessuale.

Fra gli afrodisiaci femminili, i più diffusi sono: damiana, yohimbe e maca.

Si tratta di sostanze che aumentano la sensibilità dermica delle aree pubiche e di tutto il corpo.

Va sottolineata l’influenza del contesto culturale in cui l’uso di tali prodotti s’inserisce e che può determinare delle differenze nella percezione delle sostanze.

La Damiana, ad esempio, è una pianta (Turnera diffusa) che è utilizzata da sempre come afrodisiaco con effetti psicoattivi e che in Europa è considerata destinata alle donne, mentre in Africa è utilizzata dagli uomini.

Gli stimolanti afrodisiaci nel loro complesso, pur essendo prodotti a basso profilo tossicologico, non sono, però, esenti da rischi, tra i quali vanno ricordati un’eccessiva stimolazione del sistema cardio-respiratorio, aritmie e stati d'ansia che però scompaiono in breve tempo.

Prodotti alcolici (liquori d'assenzio): cosa sono?

L'assenzio è un distillato ad alta gradazione alcolica all'aroma di anice, derivato da erbe, quali i fiori e le foglie dell'assenzio maggiore (Artemisia absinthium).

L'assenzio è noto specialmente a causa dell'associazione con gli scrittori e artisti parigini del Romanticismo e per la popolarità che ebbe in Francia tra la fine dell’800 e l'inizio del ‘900, fino alla sua proibizione nel 1915.

La marca di assenzio più conosciuta nel mondo era la Pernod Fils.

L'assenzio appare incolore o di tutte le sfumature della clorofilla, dal giallo tenue al verde smeraldo e con un sapore complesso dovuto agli aromi delle varie erbe.

In aggiunta alle foglie di assenzio, esso conteneva semi di anice verde e finocchio, issopo, melissa, artemisia pontica e diversi altri ingredienti che cambiavano da distilleria a distilleria, quali angelica, menta, genepì, camomilla e coriandolo.

Il contenuto alcolico è estremamente elevato per permettere alla clorofilla di restare stabile il più a lungo possibile (tra il 45% ed il 75%).

Storicamente, c'erano quattro varietà di assenzio: ordinario, semi-eccellente, eccellente, e superiore o svizzero, l'ultima delle quali aveva un tenore alcolico maggiore rispetto alle altre.

Il miglior assenzio contiene dal 65% al 75% di alcol.

Si pensava che un eccessivo uso di assenzio producesse effetti più pesanti rispetto a quelli associati ad altre forme di alcol, creando lo stato fisico chiamato absintismo, che in realtà non si differenzia dall’alcolismo.

L'olio essenziale di Artemisia absinthum contiene una sostanza chiamata tujone, che è presente in diverse piante, oltre alle artemisie (tra cui l'Artemisia Absinthum, ma anche il genepì, ovvero l' Artemisia Glacialis) e le salvie (anche la Salvia Officinalis usata in cucina).

Il suo profumo è molto simile a quello del mentolo e lo troviamo tra gli eccipienti del farmaco da banco Vicks Vaporub.

In realtà le quantità di tujone capaci di indurre intossicazione (pari a 80-100 g) sono impossibili da assumere bevendo assenzio, che normalmente non può contenere più di 30-40 mg/kg di tujone; inoltre il tujone è estremamente volatile e un buon 70-80% evapora durante la fase di essiccazione della pianta.

Un assenzio ben fatto, infatti, deve essere distillato e gran parte del tujone che non si è perso nella fase di essiccazione dell'Artemisia absinthum si perde tagliando la testa del distillato.

Studi più recenti hanno dimostrato che nell'assenzio distillato correttamente, ed anche in quello prodotto seguendo le ricette ed i procedimenti tradizionali, rimane solo una minima quantità di tujone.

Effetti farmacologici e tossicomanigeni

La leggenda dell'assenzio è ancora oggi resa intrigante proprio da quanto si narra circa il tujone, peraltro uno dei tantissimi oli essenziali presenti.

Sono pochi gli studi scientifici inerenti questo olio essenziale e molti di questi non sono oggettivi poiché finanziati all'inizio del XX secolo proprio dai governi che volevano mettere l'assenzio al bando.

Studi condotti negli anni '70 hanno portato (probabilmente in modo erroneo) a considerare il tujone (e i suoi effetti) simili a quelli del THC presente nella cannabis solo perché le due molecole avevano una struttura molto simile.

Ad alti dosaggi, il tujone ha effetti devastanti sul sistema nervoso e può produrre crisi epilettiche, delirium tremens, alterazione dei riflessi, allucinazioni fino alla morte.

L'assenzio ha, inoltre, una forte azione irritante sugli organi pelvici per via della quale ha trovato impiego in passato come abortivo.

Secondo calcoli molto precisi l’assenzio ha sempre contenuto quantità tali di tujone che un soggetto, per assumerne quantità elevate, dovrebbe bere un centinaio di litri di assenzio.

Va da sé che l'alcool porterebbe a danni gravi ben prima.

Da rilevare che non sono mai stati considerati come allucinogeni il vermuth, il genepì e i liquori di salvia, che contengono tujone.

È quindi incorretto stimare, come fece nel 1989 Wilfred Arnold, che gli assenzi storici avessero 250 mg/kg di tujone.

Un noto chimico e biologo americano, Ted Breaux, estrasse con una siringa l'assenzio da antiche bottiglie del XIX secolo arrivate intatte fino ai nostri giorni e le ha analizzate: gran parte degli assenzi d'epoca avevano una concentrazione di tujone compresa tra i 5 e i 9 mg/kg e solo qualcuno sfiorava i 20-30 mg/kg.

Considerando che le normative CEE permettono un limite massimo di 35 mg/kg di tujone, gran parte degli assenzi storici sarebbe tutt'ora legale da questo punto di vista.

Dopo la diffusione della notizia secondo cui alcuni crimini violenti sarebbero stati commessi sotto l'influenza diretta della bevanda, le associazioni contro l'uso di alcolici e quelle dei produttori di vini, negli anni tra il 1880 e il 1900, presero di mira l'assenzio indicandolo come una minaccia sociale.

Affermarono che rende folli e criminali, trasforma gli uomini in selvaggi e costituisce una minaccia per il nostro futuro.

Nel 1915 l'assenzio è stato ritirato dal commercio in molti paesi e la sua produzione vietata.

Recentemente l'Unione Europea ha legalizzato il commercio di assenzio e liquori simili, per i quali sono raccomandati accurati controlli sul livello di absintolo presente.

Popper: cos'è?

Popper è un nome generico con il quale si intendono una serie di sostanze stupefacenti tossiche che si assumono per inalazione appartenenti alla classe dei nitriti alchilici.

Il Popper è solitamente nitrito di amile, di etile o butile ed è contenuto, con diversi nomi commerciali, in piccole bottiglie di vetro.

Il nome deriva dal verbo onomatopeico inglese to pop, che corrisponde al suono provocato dall'apertura della fiala di vetro in cui nel passato era commercializzato questo prodotto.

Il liquido chiamato comunemente Popper è assai infiammabile e volatile: è altamente sconsigliato l'uso in presenza di fiamme vive o corpi incandescenti.

Il Popper è legale in alcune nazioni europee come Italia, Francia, Spagna, Inghilterra, ed è generalmente venduto nei sexy shop.

È molto comune il suo utilizzo tra i giovani durante i rave party.

In medicina è stato usato in passato come farmaco anti-angina, a cui poi si è preferita la nitroglicerina, dalla più lunga durata d'azione e dalla maggiore sicurezza.

Gli effetti del Popper sono molto brevi, ma intensi (definiti generalmente come rush), durano circa 30/40 secondi e sono seguiti da una brusca caduta della pressione con conseguente pressione bassa e calo delle funzioni psico-fisiche.

In seguito ad aspirazione nasale produce forte euforia, vasodilatazione massiva con forte sensazione di caldo ed eccitazione.

Tra gli effetti collaterali più comuni: aumento della frequenza cardiaca, brusca riduzione della pressione arteriosa, cefalee intense e gravi aritmie, danni alla mucosa nasale (in caso di consumo protratto), perdita di coscienza, alterazioni della vista (dovuti ad un aumento della pressione oculare), attacchi di nausea e vomito, vertigini.

Le prestazioni sessuali, sotto l'effetto del Popper, devono essere interrotte da frequenti inalazioni, data la durata breve dell'effetto stimolante, e possono essere temporaneamente messe in crisi a causa di un eccessivo affaticamento fisico.

L'assunzione della sostanza può determinare pericolose interazioni farmacologiche quando si è sotto concomitante terapia con acido acetilsalicilico, calcio antagonisti o inibitori della fosfodiesterasi-5.

Viste le interazioni col sistema cardiovascolare, non deve assolutamente essere utilizzato in soggetti affetti da anemia, glaucoma o da disturbi cardiaci e pressori di qualsiasi tipo.

Smart drugs: cosa sono le Eco Drugs?

Le eco-drugs sono prodotti vegetali venduti allo stato grezzo e sono anch’essi numerosissimi.

Particolarmente degna di nota è la Salvia Divinorum, (nota anche come Maria Pastora, Ska Maria Pastora) pianta psicoattiva della famiglia delle Lamiacee, diffusa soprattutto in Messico e America meridionale, contenente come principio attivo la Salvinorina A, dalla struttura chimica differente rispetto a quella degli altri allucinogeni naturali e attiva sui recettori per gli oppioidi.

La Salvia Divinorum è conosciuta dagli sciamani delle popolazioni mazateche per le proprietà allucinogene ed utilizzata nell’ambito di iniziazioni sciamaniche e di cerimonie di guarigione: colui che viene iniziato deve seguire un percorso che lo avvicina alle divinità, dapprima attraverso il consumo della salvia, poi attraverso il consumo dei semi della Rivea Corymbosa, ed infine attraverso il consumo dei funghi allucinogeni.

Gli indiani mazatechi attribuiscono alla Salvia nomi che ricordano il suo legame con la Vergine Maria, della quale la pianta è ritenuta essere l’incarnazione.

Tradizionalmente in Messico le foglie fresche di Salvia sono masticate in un luogo buio e silenzioso fino a quando si manifestano le visioni: allora lo sciamano-guaritore è in grado di scoprire, mediante il contatto con il soprannaturale, le cause delle malattie, di predire il futuro, di rispondere a importanti questioni (scoprire i colpevoli di crimini o semplicemente ritrovare oggetti smarriti).

La Salvia Divinorum è utilizzata per il trattamento di numerose patologie, quali cefalea, reumatismi, gonfiore addominale, diarrea.

Venduta fino al 2005 negli smart shop, la Salvia Divinorum è consumata oggi in diversi modi: le foglie fresche possono essere masticate o utilizzate per preparare un thè, mentre le foglie essiccate possono essere masticate o fumate.

Alcuni studi propongono un’estrazione liquida del principio attivo per ottenere una tintura madre di grande potenza ed efficacia (in quest’ultimo caso la Salvinorina A può essere vaporizzata e inalata).

Con il Decreto Ministeriale n.11 del gennaio 2005 l’Italia ha provveduto ad inserire la Salvia Divinorum e la Salvinorina A, nell’elenco delle sostanze stupefacenti e psicotrope; in molti stati dell’Europa, America e Asia l’utilizzo della Salvia Divinorum non è vietato: in particolare, gli Stati Uniti consentono la detenzione e la commercializzazione della Salvia (ad eccezione della Louisiana e di una città nel Missouri). In Europa l’utilizzo della Salvia è proibito in Danimarca, Finlandia, Spagna e Belgio.

Effetti farmacologici

La potenza farmacologica della Salvinorina A può essere paragonata a quella degli allucinogeni sintetici (LSD), rispetto ai quali si differenzia per il meccanismo d’azione.

Il composto, infatti, è un potente agonista dei recettori kappa per gli oppioidi.

Inoltre studi effettuati sia in vitro che in vivo hanno dimostrato che la Salvinorina A non ha alcuna affinità per i recettori serotoninergici, che rappresentano invece il principale target molecolare degli allucinogeni classici.

La somministrazione per via inalatoria di 1 grammo di Salvinorina A pura causa la comparsa di allucinazioni; gli effetti insorgono dopo circa 30 secondi dall’inalazione, raggiungono una fase di plateau in 5 - 10 minuti e scompaiono dopo 20-30 minuti.

Le allucinazioni sono solitamente visive, uditive e tattili e comportano visioni di superfici bidimensionali, ritorno a luoghi del passato (soprattutto dell’infanzia), sensazioni di movimento (essere tirati o torti da una qualche forza sconosciuta), sensazioni di perdita del corpo o della propria identità, risa isteriche e incontrollabili e distorsioni della percezione della realtà (sensazioni di trovarsi in più luoghi nello stesso istante).

Mescolare la Salvia Divinorum con altre sostanze ne rende imprevedibili gli effetti.

Gli estratti di Salvia Divinorum sembrano possedere anche proprietà antidepressive; inoltre potenziali applicazioni terapeutiche della Salvinorina A potrebbero riguardare il trattamento di patologie caratterizzate da disturbi della percezione, quali schizofrenia, disturbi bipolari e malattia di Alzheimer.

Gli effetti avversi conseguenti all’uso prolungato degli estratti di Salvia Divinorum consistono in depressione, schizofrenia e flashback negativi (effetti simili a quelli riportati per l’LSD), ma anche nausea, incoordinazione motoria, vertigini, riduzione della Frequenza cardiaca e sensazioni di freddo.

 

A cura di:
Carlo Russo e Floriana D’Urso
Scuola di Specializzazione in Farmacia Ospedaliera
A.O.R.N. A.Cardarelli

Ultimo aggiornamento: 19 Giugno 2019
25 minuti di lettura

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