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Gli Andrologi dicono SI al fertility Day

Gli Andrologi dicono SI al fertility Day

Il Dr. Giovanni Beretta, specialista in Andrologia e Urologia, commenta l'iniziativa del Ministero della Salute contro l'infertilità maschile e femminile.
Questa è la mia generale impressione dopo aver raccolto alcune opinioni da diversi colleghi ed amici andrologi.
Il 22 settembre il Fertility Day dovrebbe essere una giornata di studio e di sensibilizzazione sul tema della (de)natalità promossa dal Ministero della Salute; purtroppo è partita male nella sua impostazione generale che si è concentrata su una serie di concetti in parte discutibili e quasi tutti al femminile.

Questo ha scatenato sgradevoli reazioni negative da parte di numerose forze politiche, organizzazioni sociali, mezzi d’informazioni, social in alcuni casi, visto il tipo di pubblicizzazione fatta, giustificate. Benché si possa condividere che il modo di annunciare il Fertilty Day sia stato fatto attraverso una brutta comunicazione è bene sempre ricordare che non sempre dietro ad una comunicazione sbagliata vi è necessariamente un’idea altrettanto sbagliata.

Se questa giornata permetterà a degli operatori sanitari di spiegare a ragazzi e ragazze l’importanza della prevenzione delle infezioni a trasmissione sessuale oppure diffondere informazioni sul fattore età, come elemento a volte decisivo se si vuole diventare dei genitori, non mi sembra che ciò possa determinare criticità insormontabili.

Se nel Fertility Day si faranno tavole rotonde o visite di prevenzione andrologiche o ginecologiche gratuite queste non possono essere vissute come un’offesa per chi ha deciso di non voler aver figli oppure cagionare fastidi o Dolore in chi avrebbe voluto avere figli ma non ha potuto averli.
L’attuale panorama, soprattutto per i giovane uomini, è più che mai drammatico: la visita di leva è stata abolita, gli attuali consultori non prevedono la figura dell’andrologo e ancora sul nostro territorio nazionale pochi sono gli ambulatori pubblici in cui vi siano servizi dedicati a valutare e trattare le problematiche sessuali e riproduttive maschili.

Gravi lacune nell’informazione vi sono poi sulle tematiche che riguardano l’apparato riproduttivo e la prevenzione della infezioni sessualmente trasmissibili  o i danni provocati dal fumo sull’apparato riproduttivo e anche tra giovani e meno giovani non tutti conoscono i fisiologici limiti di età in cui è più facile avere un figlio. Nella mia esperienza constato tutti i giorni, soprattutto nei pazienti giovani, le incertezze e il desiderio di capire e conoscere il proprio corpo e il suo funzionamento.

Quindi sì alle campagne di prevenzione e informazione sulla sessualità, e sulla prevenzione dell’infertilità.  Si spera che prossimamente si riesca a “centrare” maggiormente l’argomento senza cadere nelle ambiguità che hanno caratterizzato la campagna ministeriale di quest’anno, anzi mi auguro che questo sia solo il primo passo verso un approccio più organico e completo a questi temi con visioni più ampie e complesse, capaci di abbracciare eventualmente oltre al Ministero della Salute anche quello delle Pari Opportunità e del Lavoro.
 
Ultimo aggiornamento: 21 Settembre 2016
3 minuti di lettura

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