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Esperto Risponde

Differenza tra due esami

Frazione d'eiezione. Buonasera Dottore ho 49 anni ed ho subito tre anni fa un infarto antero-laterale trattato con duplice PTCA rescue + impianto di stent su IVA e CX al tratto medio. Un anno fa ripresa di angina da sforzo sottoposto a TDS risultato positivo a carico di lavoro medio-alto. Seconda PTCA con impianto di stent medicato su CD media. Due mesi fa ho accusato episodi di toracoalgia/cardiopalmo, eseguito studio elettrofisiologico con induzione di TVNS al SEF,sottoposto a impianto ICD bicamerale.La mia domanda è la seguente:l'ultima coronarografia ha evidenziato --ventricolo sinistro ai limiti superiori con marcata ipocinesia anteriore ed una frazione d'eiezione pari a 43%. L'Ecocardiogramma ha evidenziato: Cavità cardiache di normali dimensioni e spessori parietali. Lieve fibrosi dei lembi aortici e mitralici. lieve rigurgito mitralico non significativo. Patterm transmitralico da alterato rilasciamento distolico. Acinesia dell'apice in toto,della parete laterale media e anteriore media. Frazione d'eiezione 49%. MI chiedo aldilà dei danni abbastanza gravi dell'infarto che ha causato l'acinesia di una buona parte del Cuore (e per ultimo TVNS) è normale che ci sia questa differenza di valore della frazione d'eiezione tra la coronarografia e l'ecocardiogramma? Due anni fa la frazione d'eiezione ad un anno dall'infarto era del 58% valore dell'ecocardiogramma. Sembra quindi che la situazione ventricolare sia destinata a peggiorare di anno in anno... potrebbe essere dovuta ,oltre all'avanzare degli anni che non mi pare siano tantissimi ad un tipo di lavoro il mio artigianale... ho una falegnameria. Dimenticavo, Terapia medica Asa-Omega3-Betabloccanti-Statine. La ringrazio e Le porgo i miei migliori saluti
Risposta del medico
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Il calcolo preciso della frazione di eiezione non è mai una cosa precisa al 100% e risente della tecnica utilizzata (ecografia, ventricolografia, miocardioscintigrafia) e anche dall’ operatore, quindi i valori tra 43% e 49% sono tutto sommato abbastanza sovrapponibili. Indubbiamente una peggioramento dopo un infarto miocardico acuto è legato all’estensione del danno stesso e successivamente ai processi di rimodellamento che avvengono a livello cardiaco dopo un danno permanente ma non è detto che il peggioramento sia progressivo e il valore recentemente riscontrato potrebbe persistere invariato a lungo. Potrebbe essere utile, se tollerato, inserire nella sua terapia un farmaco della famiglia degli ace – inibitori (si consulti con il suo curante), e mantenere un attento controllo del peso corporeo e dei valori pressori, tutti elementi che potrebbero far concorrere ad un ulteriore deterioramento della funzionalità cardiaca. Per quanto riguarda il lavoro penso che non ci sia nessun problema, evitando di effettuare intensi sforzi tipo sollevamento di pesi molto elevati.
Risposto il: 05 Dicembre 2005