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Esperto Risponde

Ho 39 anni ed ho avuto un infarto in sede

Ho 39 anni ed ho avuto un infarto in sede inferiore che non ha provocato grossi danni (la necrosi è piccola e le prove di sforzo sono ottimali). La Terapia consiste in ¼ Seles Beta, ½ ascriptim e tovarst. La causa, mi dicono, sembra essere stato il fumo e la vita notturna (gestisco una enoteca) e non fattori quali colesterolo od altro. Tempo fa ho letto una risposta da voi fornita in cui usavate il termine “regressione coronaria”. Vorrei a tal proposito sapere se intendete dire che con attività fisica, corretta Alimentazione e terapia si può sperare che una coronaria ostruita si possa via via “sturare” (non la pensa così il mio cardiologo che ipotizza che anche in pazienti trattati come me con trombolisi, l’ostruzione possa essere e rimanere al 75% ). Quali esami fare oltre la coronarografia, che non sembra nel mio caso essere necessaria, per sapere le condizioni di queste arterie? E la scintigrafia può aiutare?? Per finire, debbo confessare che non disdegno qualche bicchiere di buon vino rosso, anche al di là delle quantità consigliate e quindi mi chiedo: dal punto di vista Cardiovascolare, al di là degli effetti sulla pressione arteriosa ed ovviamente sulle funzioni epatiche, che danni produce l’alcool?? Vi ringrazio anticipatamente e vi saluto cordialmente.
Risposta del medico
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Una coronaria ostruita non si può “sturare”, come lei dice, da sola. Esistono tuttavia dati in letteratura che suggeriscono che con un trattamento ottimale della dislipidemia e degli altri fattori di rischio si possa ottenere che le alterazioni coronariche (placche) rimangano come sono o, con un controllo ottimale dei fattori di rischio, regrediscano parzialmente. Lei è giovane e, per quanto non abbia più sintomi, è consigliabile un approfondimento con scintigrafia e coronarografia, anche se l’indicazione può non essere condivisa da tutti gli specialisti. Infine è bene che lei riduca lo stress e che limiti il consumo di vino ad un bicchiere al pasto, con qualche superalcolico occasionalmente se la funzionalità epatica è normale: entro questi limiti sembra che l’alcool abbia addirittura un effetto preventivo per quanto riguarda gli eventi cardiovascolari.
Risposto il: 14 Marzo 2005