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Esperto Risponde

Ho 49 anni e, dall'età di 17 anni, soffro di

Ho 49 anni e, dall'età di 17 anni, soffro di extrasistoli, soprattutto di tipo atriale. In occasione di un elettrocardiogramma all'ottavo mese della terza gravidanza (32 anni) mi è stata riscontrata una Fibrillazione atriale, ma i controlli successivi al Parto non hanno indicato patologie. Due anni fa, in un periodo di forte stress, ho avuto una crisi di tachicardia e, dagli esami effettuati, è risultato, oltre a una fibrillazione regredita spontaneamente, un blocco atrioventricolare di primo grado, mai riscontrato prima. Mi è stato eseguito uno studio elettrofisiologico e il risultato di tutti gli accertamenti è stato che ho una malattia atriale con compromissione della conduzione sopra hisiana ed episodi di FA parossistica. Di giorno ho un numero elevatissimo di extrasistoli sia atriali che ventricolari, la notte la frequenza cardiaca si abbassa notevolmente per la presenza di pause (fino a 3 secondi), dovute principalmente (se ho capito bene) a extrasistoli bloccate. Conduco una vita normale, con attività fisica anche abbastanza intensa, e non avverto sintomi particolari se non le aritmie a cui sono abituata da una vita. Sono in menopausa (non ho mestruazioni da 8 mesi). Assuno una compressa al giorno di Ibustrin 200mg. L'impianto di Pacemaker è l'unica soluzione? E rappresenta veramente una soluzione? Grazie dell'attenzione.
Risposta del medico
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Un blocco di conduzione sopra Hissiano non sembrerebbe avere un significato prognostico particolarmente negativo, cioè non essere predittivo di blocchi di grado maggiore. Certamente restano gli eposodi di fibrillazione atriale ed ogni terapia finalizzata a bloccare tali episodi finisce per rallentare ulteriormente la conduzione dello stimolo “elettrico” tra atrio e ventricolo. Complessivamente quindi l’ipotesi del posizionamento di un pacemaker di protezione ed impostare quindi una idonea terapia per la fibrillazione atriale mi sembra corretta.
Risposto il: 14 Giugno 2005