Le probabilità di risposta alla terapia con interferone e ribavirina per l’epatite C dipendono da svariati fattori, tra cui quello di gran lunga più importante è il genotipo di HCV presente. Infatti i soggetti che presentano una infezione da HCV con genotipo 2 e 3 hanno certamente probabilità più elevate, che raggiungono anche 80%, di avere una risposta favorevole sostenuta, rispetto agli altri genotipi. Gli effetti collaterali più rischiosi dovuti alla terapia con interferone e ribavirina sono rappresentati dalla depressione con manie suicide, da gravi anemie e/o leucotrombocitopenie, episodi di lipotimia e perdita della coscienza. L’interpretazione del referto istologico in termini precisi è piuttosto tecnica e non agevole da riportare in parole semplici. Si tratta in effetti di un tentativo di misurazione semiquantitativa di alcuni parametri che si riferiscono al grado di infiammazione, al gradi di necrosi ed al grado di fibrosi nel pezzetto di fegato prelevato con la biopsia e visto al microscopio. Il primo grado dell’infiammazione è quello più lieve; così pure lo stadio 2 è uno stadio di fibrosi iniziale secondo Ishak.