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Mio zio di 58 anni è affetto da cirrosi epatica

Mio zio di 58 anni è affetto da cirrosi epatica alcolica e virale. Attualmente è ricoverato in terapia intensiva , per complicazioni legate allo scompenso della malattia cirrotica ( ascite, ittero, varici esofagee, e negli ultimi giorni encefalopatia epatica). I medici molto chiaramente ci hanno detto che non c'è più nulla da fare e che quasi tutti gli altri organi( cuore polmoni, ecc. ) risultano compromessi. Inoltre è stato giudicato intrapiantabile. Avrei due domande: 1) quanto tempo può perdurare questo accanimento terapeutico , e per quanto ancora i medici sono tenuti a tenerlo attaccato alle macchinette? 2) poichè mio zio è um malato epatico da tempo e seguiva controlli peridici, come è possibile che si sia giunti ad una fase di scompenso così nefasta nel giro di 20 giorni? In altri termini l'epatologo che l'aveva in cura poteva in base alle analisi tac ecografie, prevedere il passaggio dalla fase di compensazione a quella scompensata oppure qualche comportamento di mio zio( dice che non beveva più da 10 anni, ma chissà) tra un follow up e l'altro( ogni 6 mesi) può avere accellerato la malattia ? Grazie e complimenti per il servizio che fornite.
Risposta del medico
Dr. Fegato.com
Dr. Fegato.com
Solitamente la prognosi di una condizione quale quelle che lei descriva è estremamente infausta ed irreversibile. Tuttavia la Medicina non si arrende ed ha il compito di fare di tutto. A volte i pazienti con cirrosi epatica possono incappare in un qualche problema sopraggiunto che è in grado di sconvolgere in pochissimo tempo un equilibrio precario.
Risposto il: 10 Giugno 2008