L'indicazione alle biopsie prostatiche viene posto dallo specialista soppesando correttamente tutte le caratteristiche del paziente e della sua prostata, non solo della presenza di un PSA al di sopra dei valori considerati "a rischio". L'urologo esperto sa bene che vi sono pazienti con PSA significativamente elevato senza neoplasia e pazienti con PSA nei limiti che invece ne sono affetti. Per questo è necessario considerare tanti parametri (l'età, le comorbidità, i PSA precedenti, la clinica e le dimensioni prostatiche nonché la RM correttamente effettuata e valutata) prima di porre indicazione alle biopsie. Esse, infatti, per quanto a basso rischio, non sono scevre da possibili complicanze e da "sovradiagnosi" (elemento questo che però non deve essere certo valutato in questa sede). Non esiste risposta alla richiesta "devo o no preoccuparmi", ma certamente ritengo saggio "tranquillizzare" in ogni caso, visto che la stragrande maggioranza delle neoplasie prostatiche presentano ampi margini di trattamento e guarigione (ed alcune non vanno proprio trattate ma solo sottoposte a "sorveglianza attiva" secondo specifici protocolli medici.
Non ha detto poi se ha effettuato o no la RM, perché quest'ultima (che io consiglio fortemente a prescindere dalle linee guida) può dare un significativo ausilio alla decisione sul fare o no le biopsie.