Il trapianto è una possibilità terapeutica da tenere in considerazione in un caso come quello di suo padre, anche se bisogna precedentemente esaurire delle tappe obbligate: essere sicuri di assumere la migliore terapia medica possibile, avere preso in considerazione la migliore “terapia elettrofisiologica” possibile (come nel caso di suo padre l'uso di PM biventricolare, defibrillatore); a questo punto in casi selezionati alcuni interventi cardiochirugici alternativi al trapianto possono essere considerati: piuttosto che pensare ad interventi di “rimodellamento” sul muscolo cardiaco, la tendenza (non condivisa peraltro da tutti) è quella di intervenire sulla valvola mitrale, che spesso presenta una grave insufficienza. Molto pazienti dopo interventi sulla mitrale stanno meglio, allontanando l'eventualità del trapianto. Gli interventi sul muscolo sono meno eseguiti, meno diffusi, e più “di frontiera”.