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Esperto Risponde

Salve; sono affetto da una spondilite anchilosante

Salve; sono affetto da una Spondilite anchilosante e da 3 anni faccio uso di un immunomodulatore (ramicade), con infusioni ogni 4 settimane circa di 400 ml di farmaco tramite flebo in Day hospital; da circa un anno le Transaminasi hanno subito un aumento di circa il doppio rispetto al normale; da un'ecografia epatica è emersa una steatosi non alcolico dipendente. Il mio reumatologo mi dice che non è comunque il caso di interrompere la cura con ramicade, in quanti i valori delle transaminasi sono comunque moderate, e l'unica cosa da fare è quella di mettermi a dieta, di fare palestra e perdere peso (sono alto mt. 1.86 x 94 kg). Qual è il vostro parere? è il caso anche secondo voi di non interrompere il farmaco in quanto non è un problema serio quello dell'aumento delle transaminasi? Non vorrei essere la cavia per questi farmaci nuovi che necessitano ancora di molta sperimentazione. Grazie anticipatamente per la risposta.
Risposta del medico
Dr. Fegato.com
Dr. Fegato.com
L’eccesso di peso corporeo, sebbene in un soggetto alto, può essere la causa delle alterazioni delle aminotransferasi da steatosi epatica non alcolica associata ad eccesso ponderale (il suo indice di massa corporea, BMI = 27.2, indica infatti eccesso ponderale, valori normali minori di 25). Nei pazienti sottoposti a terapia con remicade sono state descritte gravi reazioni epatiche, inclusa l’insufficienza epatica acuta, ittero, epatite e colestasi, sebbene raramente. In alcuni di questi casi è stata diagnosticata una epatite autoimmune. Reazioni epatiche gravi si verificano entro 2 settimane fino ad un anno dall’inizio della cura con remicade. Alcuni di questi casi sono stati fatali o hanno richiesto il trapianto epatico. Pertanto i pazienti con segni di danno epatico vanno valutati per insorgenza di segni di insufficienza epatica; se si nota ittero o marcato aumento dei valori delle aminotransferasi (alterazione maggiore di 5 volte i valori massimi normali) si devono effettuare approfondimenti per verificare eventuale presenza di danno epatico ed il farmaco dovrebbe essere sospeso. Come con altri farmaci immunosoppressivi, l’uso del remicade è stato associato a riattivazione dell’epatite B, in pazienti che sono portatori cronici di questo virus. Nei trials clinici, sono state osservate lievi o moderate alterazioni delle aminotransferasi in seguito all’assunzione di remicade senza progressione di danno epatico.
Risposto il: 28 Febbraio 2006