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Tachicardia fascicolare

Ho 43 anni, ho subito un episodio diagnosticato come raro esempio di Tachicardia ventricolare fascicolare (210 bpm all'arrivo al DEA) risolta solo dopo somministrazione di Verapamil. Dopo un periodo di Terapia intensiva e successiva degenza in cardiologia sono stato dimesso dopo alcuni giorni con terapia 3x80 mg appunto di verapamil; mi è stata prospettata l'eventualità di una ablazione transcatetere per la soluzione definitiva (questo è il primo episodio di questa entità). Volevo sapere quanto è opportuno intraprendere questa strada, quali sono gli eventuali rischi e qual è l'alternativa, se è un fenomeno che regredisce spontaneamente col passare degli anni o se dovrò assumere questo farmaco per tutta la vita, e in questo caso quali sarebbero gli effetti collaterali. Grazie.
Risposta del medico
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La tachicardia fascicolare può ripresentarsi, in quanto ciò che l’ha determinata è una anomalia (una specie di corto circuito) nel sistema elettrico del cuore. Benché il verapamil sia particolarmente efficace nel trattamento acuto, non sembra esserlo altrettanto per la terapia cronica. La terapia più efficace è effettivamente l’ablazione transcatetere che risolve il problema, in maniera definitiva, in circa il 90% dei casi.
Risposto il: 04 Giugno 2006