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Italiani a rischio per i disturbi gastrointestinali

Italiani a rischio per i disturbi gastrointestinali

Il bruciore di stomaco è tra i disturbi più frequenti. Scorrette abitudini di vita e alimentari possono favorirne l'insorgenza.

Un'indagine condotta su mille persone dall’Anifa, Associazione Nazionale dell'Industria Farmaceutica di Automedicazione, mostra che il 60% degli italiani fa i conti con disturbi gastrointestinali almeno una volta ogni bimestre, e nel 54% dei casi la pirosi o iperacidità gastrica, più comunemente nota come bruciore e acidità di stomaco, è il disturbo più frequente: una sensazione di intenso bruciore che si irradia dallo stomaco fino al petto, che si presenta in genere dopo 30-60 minuti dal pasto e che è provocata da un’eccessiva produzione di succhi gastrici nello Stomaco, finalizzata a favorire il processo digestivo.

L’indagine ha anche mostrato che il 40% degli italiani usa farmaci da automedicazione per curare i bruciori di stomaco, e molti altri usano invece i rimedi della nonna, dalla borsa d’acqua calda alle tisane.

Le cause dell’acidità di stomaco possono essere diverse e non solo legate alle cattive abitudini alimentari. Infatti, come spiega Attilio Giacosa, direttore scientifico del Dipartimento di Gastroenterologia del Gruppo Sanitario Policlinico di Monza, i sintomi possono essere provocati nel 57% dei casi dallo stress, nel 34% dei casi dagli eccessi alimentari.

Più in generale uno scorretto stile di vita e dannose abitudini alimentari possono favorire l’insorgenza dei bruciori di stomaco: fumo di sigaretta, sovrappeso, ritmi quotidiani frenetici, eccessivo consumo di cibi grassi, speziati o troppo ricchi di zucchero sono tra i principali fattori di rischio.

Se occasionale, il bruciore di Stomaco può essere combattuto con piccoli accorgimenti che neutralizzano l’acidità dei succhi gastrici, facilitano la digestione e rendono il ricorso ai farmaci non sempre necessario.

Quando il disturbo è frequente ed impatta in modo significativo sulla qualità della vita, rivolgersi al medico o al farmacista è la soluzione migliore per intervenire con il farmaco più adeguato al proprio disturbo. Questo perché a lungo andare, l’azione dei succhi gastrici sull’esofago e sugli altri organi può provocare gravi danni quali stenosi dell’esofago, ulcere esofagee o il cosiddetto Esofago di Barrett.

Leggi anche:
Spesso asintomatica, la gastrite è l'infiammazione della mucosa dello stomaco causata dall'azione di un batterio e di farmaci aggressivi.
Ultimo aggiornamento: 22 Novembre 2017
3 minuti di lettura
Commento del medico
Dr. Franco Scaldaferri
Dr. Franco Scaldaferri
Specialista in Gastroenterologia e endoscopia digestiva

Tra le cause del bruciore di stomaco, tuttavia, occorre ricordare anche la gastrite da Helicobacter pylori. La scoperta di questo batterio ha, infatti, rivoluzionato il trattamento delle ulcere peptiche ed ha dato il premio Nobel a 2 ricercatori che, grazie alla loro caparbietà e dedizione per la ricerca, sono riusciti a dimostrare l’importanza di questa infezione e i benefici associati alla sua eradicazione.

L’Helicobacter pylori infatti, oltre a dare gastrite, maldigestione e perfino ulcera peptica, può aumentare il rischio di sviluppare un cancro gastrico, specie per infezioni di lunga data ed in pazienti con familiarità di cancro.

Il trattamento di questa forma di gastrite comprende il trattamento antibiotico specifico con antibiotici, sempre associati al trattamento con farmaci inibitori della pompa protonica, come pantoprazolo, omeprazolo, esomeprazolo, etc.. In alcuni casi, tuttavia, l’eradicazione dell’Helicobacter non si accompagna a definitivi miglioramenti dei sintomi della gastrite.

E questo può, il più delle volte, dipendere dal fatto che i sintomi siano dovuti ad un reflusso gastro-esofageo più che ad una vera gastrite, oppure, ad una gastrite da altre cause. È in questi casi che l’utilizzo continuativo degli inibitori di pompa diventa quasi inevitabile per consentire una qualità di vita adeguata.

A tal proposito mi sembra opportuno sottolineare l’importanza di un recente lavoro scientifico sul pantoprazolo, pubblicato nel 2012 sulla rivista medica internazionale Alimentary Pharmacology & Therapeutics, che sottolinea come l’utilizzo di pantoprazolo a dosaggio terapeutico in pazienti affetti da sintomi di esofagite da reflusso sia efficace nel controllare i sintomi e che non si associa ad effetti collaterali importanti.

I pazienti trattati con questo farmaco, infatti, a lungo termine presentavano una digestione comunque mantenuta ed una qualità di vita molto migliorata. Tale ricerca, se da un lato conferma gli studi di sicurezza dell’uso anche cronico di questa categoria di farmaci, dall’altra deve spingere sempre a colloquiare con il medico di famiglia o con il gastroenterologo per decidere i controlli da eseguire e per rivalutare, a tempi stabiliti, la terapia.

 

Letture suggerite:

  • Luis Moreira Dias. Pantoprazole: A Proton Pump Inhibitor. Clin Drug Investig 2009; 29 Suppl. 2: 3-12
  • G. BrunneR ET AL. Long-term, open-label trial: safety and efficacy of continuous maintenance treatment with pantoprazole for up to 15 years in severe acid-peptic disease. Aliment Pharmacol Ther 2012; 36: 37–47
  • Gasbarrini G et al. Helicobacter pylori infection: from gastric to systemic disease. Recenti Prog Med. 2010 Jan;101(1):27-33. Review. Italian

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