Logo Paginemediche
  • Programmi
  • Visite
  • Salute A-Z
  • Chi siamo
  • MediciMedici
  • AziendeAziende
Ritardo mentale

Ritardo mentale

Il ritardo mentale colpisce circa il 2% della popolazione. Una diagnosi precoce può evitare complicazioni e migliorare la qualità di vita.

Le persone con ritardo mentale - circa il 2% della popolazione - sono da tre a cinque volte più suscettibili a sviluppare psicopatologie come depressione, Ansia, disturbi comportamentali e sindromi psicotiche rispetto alla popolazione media. Ma queste patologie si possono prevenire facendo una Diagnosi precoce del ritardo, grazie anche all'ausilio di test del quoziente intellettivo e delle capacità di autonomia dell'individuo.

Il ritardo mentale raggruppa tutta una serie di patologie, di cui alcune facilmente diagnosticabili come la Sindrome di Down e quella del Cromosoma X Fragile, di natura genetica, e altre avvolte nel mistero perché non se ne conosce la causa scatenante.
Una terza categoria, invece, ancora più difficile da definire e portare alla luce, è di natura ambientale. A quest'ultima appartengono bambini che, pur essendo del tutto normali e fisicamente sani, vivono in ambienti di forte degrado ed acquisiscono una disabilità intellettiva poiché nei primi anni di vita non ricevono stimoli adeguati ad influenzare in maniera positiva e corretta lo sviluppo cerebrale. Anche in tal caso è difficile stimare il numero reale di persone che subiscono un ritardo di natura ambientale, perché la loro esistenza rimane sommersa.

Ma come scoprire i sintomi di un ritardo mentale in un bambino?

I genitori devono prestare la massima attenzione, sin dai primi anni di vita del bambino, nel notare se si manifestino segni di ritardo nello sviluppo cognitivo e motorio.
È bene rivolgersi dapprima al pediatra e, se necessario, allo specialista che sappia eseguire una diagnosi precoce, che comprende la psicoterapia e l'uso dei farmaci.
Con una diagnosi tempestiva, infatti, si possono arginare eventuali complicazioni di natura psichiatrica, ma solo se il soggetto è seguito in maniera continua nelle varie fasi della sua esistenza, dalla nascita all'adolescenza fino all'età adulta. Ciò migliorerà la qualità di vita del paziente affetto da disabilità intellettiva, ma anche quella delle famiglie.

Ultimo aggiornamento: 28 Maggio 2021
2 minuti di lettura

L’hai trovato utile?

Condividi

Iscriviti alla newsletter di Paginemediche
Unisciti ad una community di oltre 50mila persone per ricevere sconti esclusivi e consigli di salute dai nostri esperti.
Ho letto l'Informativa sulla Privacy e acconsento al trattamento dei miei dati personali