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La cura del piede diabetico si basa innanzitutto su un adeguato controllo delle patologie correlate e su un'accurata e costante prevenzione di ulcere e infezioni. Gli interventi terapeutici dipendono dalla gravità della condizione.
In questo articolo:

Quali sono le forme di cura del piede diabetico

La cura del piede per i soggetti affetti da diabete deve partire da un adeguato controllo delle problematiche concomitanti: gli scompensi glicemici, le vasculopatie e le eventuali neuropatie. La prevenzione di ulcere e infezioni è fondamentale e deve essere costante e accurata.  A seconda delle condizioni del piede, poi, vanno attivate misure terapeutiche di tipo farmacologico, ambulatoriale e/o chirurgico. 
 

La prevenzione di ulcere

La prevenzione nel caso di piede diabetico ha principalmente lo scopo di evitare la formazione di ulcere. Si parla di prevenzione primaria quando il soggetto non ha ancora presentato ulcerazioni, mentre la prevenzione secondaria si riferisce al soggetto con ulcerazioni pregresse. 
Le azioni preventive principali possono essere raggruppate in tre tipologie:

1.    Controllo delle patologie concomitanti e scatenanti:
  • Tenere sotto controllo il livello glicemico, rispettando rigorosamente la dieta e la cura prescritte dal diabetologo;
  • Prevenire l’insorgenza di neuropatia;
  • Controllare i fattori di rischio aterosclerotico per prevenire l’insorgenza di arteriopatia
2.    Cura scrupolosa e quotidiana dei piedi:
  • Ispezionare quotidianamente lo stato dei piedi;
  • Fare in modo che i piedi siano sempre puliti, asciutti e idratati;
  • Usare calze e scarpe adatte (secondo le indicazioni del podologo e del centro diabetologico);
  • Evitare traumi, tagli, vesciche e contatto ravvicinato con fonti di calore.
3.    Regolari screening presso il proprio centro diabetologico di riferimento:
  • Diabete mellito senza neuropatia: ogni 12 mesi;
  • Neuropatia sensitiva: ogni 6 mesi;
  • Neuropatia sensitiva + arteriopatia periferica e/o deformità ai piedi: ogni 3 mesi;
  • Precedente ulcera: ogni 1-3 mesi.
 

La Terapia del piede diabetico ulcerato non infetto

L’approccio corretto in caso di ulcerazioni prevede una gestione globale e coordinata della lesione cutanea, la cui guarigione è favorita dalla presenza di un ambiente umido e protetto da eventi traumatici.

Nel caso di ulcere neuropatiche plantari, in assenza di ischemia, è indicato il trattamento con un apparecchio deambulatorio di scarico.

Tra le misure terapeutiche delle ulcere vanno annoverate:
  • l’ossigenoterapia iperbarica
  • la terapia a pressione negativa,
  • l’utilizzo di innesti e di colture cellulari.
Tali tecniche sono in grado di aumentare la percentuale di guarigione e ridurre i tempi di riparazione, ma la loro applicazione non è sempre indicata e va valutata caso per caso dallo specialista.

Qualora una deformità del piede possa favorire la formazione di ulcere, è indicato anche il ricorso alla chirurgia correttiva (da non confondere con la Chirurgia demolitiva, di seguito descritta).
 

La terapia del piede diabetico ulcerato infetto

Una complicazione frequente e pericolosa di un’ulcera è l’infezione.
 
Si sospetta la presenza di un’infezione quando la zona ulcerata presenta segni di infiammazione (rossore, gonfiore, dolore, indurimento, calore) e/o secrezione purulenta. In tal caso è fondamentale rivolgersi immediatamente al proprio centro diabetologico di riferimento.

Sulla base di estensione, profondità, presenza di segni sistemici, esame microbiologico ed eventuali radiografie, lo specialista definisce la gravità dell’infezione in atto e le tipologie di intervento terapeutico.

Si può distinguere:
  • Piede diabetico infetto acuto                                                                                   Presenta un ascesso, una fascite necrotizzante o una gangrena. Può mettere a repentaglio l’arto e in casi gravi la vita stessa del paziente. La rapidità d’intervento – chirurgico e farmacologico – è fondamentale per salvare sia il piede che il paziente.
  • Piede diabetico infetto cronico                                                                               Meno "eclatante" rispetto al precedente, ma subdolo perché – se sottovalutato – può trasformarsi in acuto. Non richiede un trattamento in urgenza, ma necessita comunque di un trattamento medico, quasi sempre chirurgico, anche se non sempre demolitivo.
Entrambi i casi vanno trattati con terapia antibiotica e adeguate medicazioni mirate alla pulizia e alla protezione della lesione.
 
In caso di Infezione grave, diventa inevitabile l’intervento chirurgico demolitivo.
 

La chirurgia demolitiva

La chirurgia demolitiva ha l’obiettivo di eliminare una parte malata o non vitale del piede. I motivi che impongono il ricorso alla chirurgia sono:
  • la morte di una parte del piede (gangrena);
  • l’infezione dei tessuti profondi;
  • l’infezione dell’osso (osteomielite).
A seconda dell’estensione e della gravità dell’infezione in atto, cambia il livello di intervento:
  • Amputazione minore: rimozione di una parte del piede, tale da permettere la stazione eretta con appoggio bipodalico e la deambulazione.
  • Amputazione maggiore: rimozione di tutto il piede, fin sopra la caviglia. In questo caso la stazione bipodalica naturale e la deambulazione diventano possibili solo con l'adozione di protesi.
Fonti: 
Ultimo aggiornamento: 22 Giugno 2015
5 minuti di lettura

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