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Midollo osseo, placenta, cordone e cornea

Il midollo osseo è una sostanza gelatinosa, molle, di colore giallo-rossastro, contenuta nel canale midollare delle ossa lunghe o di quelle piatte. Ha funzione emopoietica; produce, infatti, le cellule del sangue.

nbsp;  Il midollo osseo è        una sostanza gelatinosa, molle, di colore giallo-rossastro, contenuta        nel canale midollare delle ossa lunghe o di quelle piatte. Ha funzione        emopoietica; produce, infatti, le cellule del sangue. Esistono due varietà        di midollo osseo, una rossa a grande attività funzionale ed una        gialla ricca di cellule ad elevato contenuto lipidico.        

   La placenta è un organo che si sviluppa          in gravidanza, aderendo alla mucosa dell'utero e consentendo gli scambi          metabolici tra madre e feto. Da essa si diparte il cordone ombelicale.

       

   Il Sangue del cordone ombelicale che          per nove mesi nutre il bambino nel ventre materno è ricco di          cellule staminali ovvero quelle cellule che producono globuli bianchi,          globuli rossi e piastrine, le stesse contenute nel Midollo osseo e indispensabili          per la cura delle leucemie, i tumori del sangue. Le leucemie si curano          innanzitutto con la chemioterapia e, nei casi in cui questa risulti          inefficace, con il Trapianto di midollo osseo ed ora anche con quello          di sangue placentare.
         
       

   L'operazione di prelievo è        molto semplice e viene effettuata sia nei parti spontanei che nei parti        cesarei. Si procede al prelievo dopo che il cordone è stato reciso        ed il bimbo fisicamente è stato staccato dalla madre e affidato        al neonatologo. Si incannula la vena ombelicale e si lascia defluire il        contenuto in una sacchetta sterile.
       
        Dunque un'operazione semplicissima che deve avvenire entro 15 minuti:        tanto impiega il sangue placentare a coagulare. Non presenta nessun rischio        né per il bambino né per la madre, ma consente di recuperare        questo materiale preziosissimo, che altrimenti verrebbe buttato.        

   Il sangue una volta raccolto deve essere trasportato          al laboratorio della Banca Placentare per essere lavorato entro le 24          ore successive al prelievo. Se l'esito del test è favorevole          si aspettano sei mesi per un ulteriore controllo sulla madre e poi finalmente          l'unità entra a far parte della banca ed i dati vengono inseriti          in forma anonima
       

                                                         
               
Il primo trapianto                  è stato eseguito con successo dal prof. Gluckman nel                  1989 su un bambino affetto da una particolare forma di anemia.                  
                 E' stato utilizzato il sangue raccolto alla nascita del fratellino,                  sangue perfettamente compatibile.
               

Nel 1992 è                  nata a New York la prima banca
                 di sangue placentare.

               

Nel 1993 è                  stato realizzato il primo trapianto pediatrico utilizzando sangue                  placentare di non-consanguineo.

               

In Italia dal '94                  ad oggi sono stati realizzati oltre sessanta trapianti. Al momento                  esistono sei banche che dispongono di personale specializzato                  per la raccolta, la classificazione e la conservazione delle                  unità placentari.
                 Le banche sono tutte controllate dal Grace, una organizzazione                  che verifica il funzionamento delle strutture, garantendo la                  qualità del sangue

               

             
   
          La cornea è la membrana anteriore trasparente        dell'occhio. Essa permette agli stimoli visivi di penetrare nell'occhio        stesso, stimolare la retina e quindi di "vedere". Se diventa        opaca o si altera la sua naturale curvatura - causa una malattia congenita        un trauma come una ferita o un'ustione - si perde la vista, che può        essere riacquistata solo attraverso la sostituzione della cornea malata        con una sana. Quest'ultima può venire solo da un donatore.        

   In quanto privo di vasi sanguigni, il tessuto          corneale gode di una specie di privilegio da un punto di vista sia metabolico          che immunitario. La storia del suo trapianto non è priva, però          d'insuccessi, così come di esperimenti che oggi fanno sorridere.          Quando, infatti, alla fine dell'Ottocento si registra il primo tentativo          di sostituire la cornea malata, si ricorre all'idea di applicare un          vetrino da orologio.

   In Italia la donazione delle cornee è          regolamentata dalla legge 301/93 che prevede l'assenso scritto dei familiari          e il prelievo solo dopo la constatazione del decesso, comunque entro          le prime 12 ore. L'assenso della famiglia è preponderante sulla          volontà espressa in vita dal defunto.
            Non ci sono limiti d'età del donatore e possono          essere utilizzate anche cornee di persone affette da problemi visivi          come la cataratta o la miopia. Nel caso, invece, di un soggetto malato          di Aids o epatiti B o C, non si procede al prelievo. In caso di decesso          di un proprio congiunto ricoverato in ospedale, la procedura da seguire          è semplice: basta manifestare la volontà della donazione          al personale sanitario del reparto e firmare un assenso scritto; sarà          il personale ad avvisare gli oculisti del nosocomio.
Ultimo aggiornamento: 06 Febbraio 2007
4 minuti di lettura

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