Separare la vita professionale da quella personale e familiare non è solo un consiglio dettato dal buonsenso ma anche una verità che trova da oggi una sua valenza scientifica. Uno studio pubblicato sul Journal of Applied Psychology e condotto dalla Michigan State University ha, infatti, scoperto che chi è costretto ad interrompere continuamente i propri ritmi di lavoro a causa di questioni squisitamente familiare avrà un comportamento maggiormente aggressivo con i colleghi in ufficio.
Lo studio è praticamente il primo che ha indagato sull’effetto del conflitto tra famiglia e lavoro sulle relazioni interpersonali sul posto di lavoro. L’indagine ha coinvolto 125 impiegati di cinque compagnie operanti nel settore dell’informatica che sono stati seguiti per tre settimane con 4 monitoraggi quotidiani. La lettura definitiva dei dati mostra che se le questioni e le problematiche familiari interrompono il lavoro nelle ore mattutine, è più frequente un crollo nervoso nel pomeriggio. E l’aggressività repressa durante la giornata può esplodere improvvisamente ed essere destinata a colleghi o ai familiari, una volta rientrati a casa.
Lo studio potrebbe sembrare banale. Ma i ricercatori della Michigan State University sanno il fatto loro: si tratta di un polo di eccellenza internazionale per lo studio del benessere e dell’efficienza dei lavoratori e i ricercatori, guidati dalla professoressa di psicologia Chu-Hsiang Chang, suggeriscono quanto sia importante sviluppare precise consapevolezze, essere maggiormente autocritici ed eventualmente lavorare per organizzare in modo migliore la propria vita familiare.
E i ricercatori propongono anche qualche soluzione:
- I datori di lavoro dovrebbero evitare di chiedere un intervento o una risposta via mail ai propri impiegati alle undici di sera;
- le aziende dovrebbero scegliere manager e dirigenti che ricevano formazione su questo fronte e che abbiano la capacità di supportare i loro dipendenti;
- i dipendenti dovrebbero invece trovare spazi per staccare la spina durante la giornata (ad esempio trascorrere la pausa pranzo fuori dall’ufficio) perché quello che i ricercatori hanno osservato nello studio è del tutto simile ad un vero esaurimento emotivo.