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Intossicazioni alimentari: come prevenirle

Intossicazioni alimentari: come prevenirle

Dieci semplici regole igieniche da seguire per evitare il rischio di intossicazioni alimentari e dedicare più attenzione al nostro corpo.

Le regole igieniche da seguire per evitare le intossicazioni alimentari non sono molte, occorre accantonare la pigrizia e la superficialità e mettere in atto alcuni semplici procedimenti.

  • Verificare attentamente le date di scadenza quando comperiamo cibi conservati. Ovviamente questo controllo dovrebbe essere fatto a monte, dal venditore, ma se fidarsi è bene... dubitare è ancora meglio. Per la legge italiana ogni cibo conservato deve indicare la data oltre la quale non deve essere consumato: chiaramente quando si riempie un carrello in un supermercato stare a verificare ogni singola confezione è un dispiego di tempo, ma è assolutamente necessario. Pochi minuti di attenzione possono risparmiarci ore di mal di pancia e Diarrea.
  • Non lasciarsi tentare dalle sirene del bassissimo costo: è vero che spesso si paga un marchio e non una qualità, ma è anche altrettanto vero che negli scaffali dei supermercati si trovano sovente cibi a costi talmente ridotti da non essere giustificabili: una bottiglia piena di vino non può costare meno di una bottiglia vuota. Se accade, è inaccettabile.
  • Comperare cibi di provenienza sicura. Ad esempio, è importante saper riconoscere i mari e gli oceani di provenienza del pesce: è tutto scritto sulla tracciatura, ma quanti sanno che la zona FAO 21 corrisponde all'Atlantico del Nord-Ovest (dove l'acqua è sicuramente più pura) mentre la zona 51 corrisponde all'Oceano Indiano e quella 61 all'Oceano Giapponese (zone ad altissimo tasso di inquinamento)?
  • Controllare periodicamente il frigorifero e la dispensa al fine di identificare eventuali confezioni 'dimenticate': la data di scadenza non è un capestro, ma una garanzia di igiene e di buona conservazione.
  • Seguire le regole indicate sulla confezione, se presenti. Se un cibo deve essere cotto prima di essere consumato, non lo si deve consumare crudo con la scusa che si fa prima o che si è magari sempre fatto così (l'esempio dei wurstel è paradigmatico: i wurstel sono spesso consumati crudi, mentre sulle confezioni è chiaramente scritto che prima devono essere cotti).
  • Effettuare saltuariamente una pulitura del frigorifero e della dispensa, eliminando residui di cibo che possono costituire un terreno di coltura per Funghi e Batteri o addirittura insetti.
  • Conservare i cibi in scatola, una volta aperti, con la massima cura: tutti sanno che il riso può contenere larve di farfalline che, al contatto con l'aria, si sviluppano e svolazzano allegramente per la cucina (o ce le ritroviamo nel piatto, cotte). Non è indice di sporcizia, ma se non è un evento dannoso non è comunque piacevole.
  • Se si ha fretta o poco tempo per i controlli, preferire i cibi a lunga conservazione, che richiedono meno attenzione nel tempo e concedono al consumo spazi temporali dilatati: un litro di latte pastorizzato, ad esempio, rispetto ad un litro di latte UHT, ha una durata di conservazione molto minore, e ci obbliga quindi ad ispezioni più frequenti.
  • Dare la preferenza ai cibi a cosiddetto 'Km zero', che essendo prodotti (o raccolti) in un'area poco distante da quella in cui abitiamo sono perlomeno esenti da lunghi trasporti e conseguenti deperimenti.
  • Non lasciarsi attirare dalle lusinghe del marketing, ma considerare attentamente tutte le caratteristiche di ciò che si compera a scopo alimentare.

Insomma, non occorre una laurea in igiene industriale per attuare comportamenti sani: basta evitare fretta e negligenza e dedicare invece più attenzione al proprio corpo: se non metteremmo mai dell'acqua al posto della benzina nella nostra auto, a maggior ragione non dobbiamo alimentarci in modo sbagliato e rischioso. Anche perché, in caso contrario, il 'meccanico' avrebbe molto da fare a rimetterci in sesto.

A cura di:

Dott. Enzo Brizio - Medico di famiglia

Ultimo aggiornamento: 03 Aprile 2018
4 minuti di lettura

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