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La salute degli occhi: gli italiani e la vista

La salute degli occhi: gli italiani e la vista

Secondo una ricerca della Commissione Difesa Vista, gli italiani sono molto poco accurati e disinformati in materia di salute degli occhi.

Il lavoro al computer, l’esposizione ai raggi solari, l’utilizzo di lenti non a norma: attività quotidiane affrontate con leggerezza, stili di vita impropri e cattive abitudini possono danneggiare in maniera seria i nostri occhi.

Secondo una recente indagine promossa dalla Commissione Difesa Vista (CDV), gli italiani risultano poco accorti e scarsamente informati in materia di prevenzione, controllo, correzione e salvaguardia della salute degli occhi.

Eppure, i dati resi noti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità rivelano che una diagnosi precoce e il trattamento delle anomalie visive fin dalla nascita ridurrebbe del 50% i casi di cecità e che attraverso la prevenzione e la cura si abbasserebbe del 75% l’incidenza di uno stato irreversibile sugli adulti.

Per quanto sia opinione generale che la vista sia un bene prezioso e che come tale vada tutelato, la prevenzione in campo visivo è ancora relegata nell’ambito della prevenzione primaria, intesa come insieme di comportamenti atti a ridurre o evitare l’insorgenza e lo sviluppo di una Patologia
Probabile conseguenza, questa, di un vuoto normativo nell’ordinamento italiano: nell’unica legge rilevante in materia - "Disposizioni per la prevenzione della cecità e per la Riabilitazione visiva e l'integrazione sociale e lavorativa dei ciechi pluriminorati" -, infatti, il tema viene affrontato solo in minima parte.

È solo dal 1997 che il concetto di prevenzione ha cominciato ad essere trattato a livello nazionale in maniera più organica: da quella data, vari progetti sono stati promossi sinergicamente da parte delle Istituzioni locali e di soggetti sia pubblici sia privati. A tal proposito, nell’ambito del privato, la Commissione Difesa Vista ha di recente commissionato un’indagine realizzata da C.R.A. Customized Research & Analysis.

La ricerca, condotta nel settembre 2008 in 750 comuni italiani su un campione di 4.410 individui di età superiore a 14 anni e sui genitori di 616 bambini di età compresa tra 1 e 13 anni, ha messo in luce la scarsa accuratezza e la disinformazione in materia di salute oculare degli italiani.
Dai risultati si evince che tra il primo e il quinto anno di vita, meno del 40% dei figli degli intervistati è stato sottoposto a visite che nel 61% dei casi sono state suggerite dal medico di famiglia e solo per il 29% risultano essere state effettuate per iniziativa dei genitori stessi. È inoltre emerso che il 6% dei bambini tra 1 e 5 anni presenta difetti visivi che vengono affrontati e corretti solo nel 4% dei casi.

È, però, dall’analisi dei risultati che riguardano i bambini dai 6 ai 13 anni che emerge il dato più allarmante: il 30% non è mai stato portato a visita da uno specialista malgrado le risposte del restante 70% del campione, evidenzi una maggiore Incidenza di problemi proprio in questa fascia di età.

La popolazione adulta (over 14) è invece quella più accorta per quel che riguarda la propria salute: l’85% ha fatto almeno una visita completa della vista nella vita ma il restante 15% che non ha mai effettuato controlli è ancora costituito prevalentemente da giovanissimi (14/17 anni): dato, questo, che evidenzia come la scarsa di attenzione degli adulti in tema di prevenzione si rifletta negativamente sui propri figli.

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Ultimo aggiornamento: 09 Marzo 2017
4 minuti di lettura

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