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Esperto Risponde

Aumento del farmaco antidepressivo: provoca stipsi?

Buongiorno. Vorrei chiedere il vostro parere in merito all'uso dello zoloft. Sono una donna di 62 anni e sono in cura da 5 anni per depressione e, dopo la prescrizione di di diversi ssri e non solamente da poco la pschiatra che mi segue da alcuni anni ha fatto diagnosi di d.o.c con forte componente ansiosa e gravi problemi di sonno curati finora ma ormai inutilmente con benzodiazepine (tavor 2,5, zolpidem 10 mg e Rivotril 7 gocce) tutto alla sera.
Adesso mi ha prescritto lo zoloft che dopo un mese ho portato da 50 mg a 75 mg. Se ciò non dovesse funzionare, sempre dopo un mese dovrei passare a 100 mg e aspettare un altro mese per eventuare incrementazione. Per il sonno mi ha proposto il Trilafon 2mg alla sera sapendo comunque che sono molto sensibile ai neurolettici che reggo molto male. Inoltre ho letto che il Trilafon potrebbe causare la formazione di fecalomi ai quali io sono soggetta i quali mi hanno portato al mio disturbo ossessivo che è incentrato sul controllo del funzionamento regolare del mio intestino. Lei dice che il più leggero fra i neurolettici e che non dovrebbe crearmi problemi.

Ho voluto sentire un altro parere e sono andata dal primario di psichiatria del nostro ospedale che è anche neurologo e specialista nei problemi del sonno. Lui mi ha detto che bisogna portare lo zoloft a 150 che è un dosaggio adeguato al d.o.c. e di farlo aumentando ogni 8 giorni di 25 mg. Per il sonno lasciare tutto com'è perché con l'azione dell'antidepressivo dovrebbe portarmi ad un miglioramento e del sonno e che se ne riparlerà a fine agosto quando tornerà dalle ferie. Stimo tutti e due i professionisti ma non so quale modalità seguire. Io non ho capito se gli effetti collaterali sono dose-dipendenti perché ho il terrore che l'incremento mi provochi stipsi. Intanto continuo a dormire malissimo e a svegliarmi col mal di testa. Cosa ne pensate? Grazie in anticipo per la risposta

Risposta del medico
Dr. Emanuele De Vietro
Dr. Emanuele De Vietro
Specialista in Psicologia e Psicoterapia e Psicologia ad indirizzo medico

Salve, da quello che scrive sembra di capire che è affetta da disturbo ossessivo-compulsivo (DOC), caratterizzato generalmente dalla presenza di ossessioni e compulsioni. Le ossessioni sono pensieri, impulsi o immagini mentali che vengono percepite come sgradevoli o intrusive dalla persona, che si sente così costretta a mettere in atto delle compulsioni, ovvero comportamenti ripetitivi o azioni mentali che permettono di alleviare momentaneamente il disagio provocato dalle ossessioni. Questo per definire, per quanto riguarda il suo specifico problema, lei presenta pensiero ossessivo sul controllo del funzionamento regolare dell'intestino, per correttezza va detto che i suoi curanti hanno entrambi ragione e la terapia proposta si equivale.

Il suo vero problema però è il doc che si riflette su tutto, generando dubbi, e ricercando certezze difficili da raggiungere e mettendo in discussione anche la ottima terapia che come tutti i farmaci ha effetti collaterali. Quello che Le manca è abbinare alla terapia farmacologica, una terapia cognitivo comportamentale, che la metta in condizione di gestire meglio i suoi pensieri ossessivi e relative compulsioni. Saluti

Risposto il: 02 Agosto 2017