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Esperto Risponde

Buongiorno, una persona a me cara è stata

Buongiorno, una persona a me cara è stata ricoverata in ospedale dopo evento di sopraggiunto TIA. Ricoverato in ospedale è stato sottoposto a terapia anticoagulante con eparina via endovena. Esiste un protocollo che l'ospedale deve seguire nell'esecuzione di questa terapia? Quale sono le probabilità che la terapia risolva i trombi? Esiste il rischio di complicanze? Quali ed in quale misura? La terapia a base di eparina è la sola disponibile? O esistono delle terapie diverse, alternative da eseguire come back up in caso la terapia non funzioni nei tempi/modi attesi? riconoscente per una vs risposta urgente
Risposta del medico
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La terapia con eparina ev non è generalmente indicata in caso di TIA. SE è stata fatta, è verosimilmente perché coesistevano situazioni che ne indicavano la necessità (ad esempio, ma è solo un esempio, una fase in corso di fibrillazione atriale). L’eparina comunque non scioglie i trombi, ma fa sì che non se ne formino di ulteriori. Normalmente esiste un protocollo per la regolazione della dose da somministrare che si basa sulla misura periodica del pTT (una coagulazione efficace deve mantenere questo valore fra 50 e 80 sec). Sicuramente l’eparina fornisce un rischio aggiuntivo di tipo emorragico, che di solito, tuttavia, in assenza di controindicazioni, è molto minore del rischio trombotico. In tal senso l’eparina ev è molto maneggevole, perché in caso di complicanze emorragiche si può sospendere subito ed il suo effetto svanisce in poche ore. Sulle alternative, bisognerebbe conoscere il caso clinico. Nel TIA semplice, per esempio, in cui si escludono trombi endocardiaci, si può usare l’antiaggregazione piatsrinica. Ma ripeto, bisogna conoscere il caso nel dettaglio
Risposto il: 21 Novembre 2007