Il paziente in questione è mio padre, affetto da epatite di tipo C da circa 10 anni. La sua situazione, in quest'ultimo periodo, è drasticamente peggiorata. Sotto consiglio medico abbiamo effettuato i dovuti controlli dai quali ne è venuto fuori un quadro poco felice della situazione e che hanno portato i medici ad effettuare una ecografie e successivamente una TAC. Da questi ultimi due controlli si evince che il fegato è seriamente compromesso ed è in atto una evoluzione della malattia in cirrosi. Si è inoltre riscontrato la presenza di un nodulo di natura tumorale. Se ce ne sia uno solo di noduli o più di uno non hanno saputo dirlo a causa della superficie e della forma del fegato ormai divenute irregolari. Ma la cosa che preoccupa maggiormente è il rischio di trombosi della
Vena porta che a detta dei medici è anche essa gravemente compromessa. Questo è quanto ci è stato detto dai medici, e tra l'altro, con la
Vena porta in queste condizioni pare che anche una
IPOTESI di trapianto del fegato sia impossibile ed inutile. Ci hanno detto di prepararci al peggio e che il rischio di trombosi è un evento non prevedibile e che potrebbe verificarsi a breve come pure, nelle migliori delle ipotesi, fra un anno. Guardando mio padre (non sofferente ma depresso e debole) che assolve ancora a tutte le sue attività quotidiane, stento a credere che non ci sia più niente da fare e di doverlo perdere da un momento all'altro. Chiedo gentilmente se è vero che non c'è più niente da fare, chiedo consiglio sul da farsi ed eventualmente indirizzi di centri specializzati. Certo di una Vostra cortese risposta Vi ringrazio fin da adesso e colgo l'occasione per salutarVi. Grazie, Andrea.