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Esperto Risponde

Il paziente in questione è mio padre, affetto da

Il paziente in questione è mio padre, affetto da epatite di tipo C da circa 10 anni. La sua situazione, in quest'ultimo periodo, è drasticamente peggiorata. Sotto consiglio medico abbiamo effettuato i dovuti controlli dai quali ne è venuto fuori un quadro poco felice della situazione e che hanno portato i medici ad effettuare una ecografie e successivamente una TAC. Da questi ultimi due controlli si evince che il fegato è seriamente compromesso ed è in atto una evoluzione della malattia in cirrosi. Si è inoltre riscontrato la presenza di un nodulo di natura tumorale. Se ce ne sia uno solo di noduli o più di uno non hanno saputo dirlo a causa della superficie e della forma del fegato ormai divenute irregolari. Ma la cosa che preoccupa maggiormente è il rischio di trombosi della Vena porta che a detta dei medici è anche essa gravemente compromessa. Questo è quanto ci è stato detto dai medici, e tra l'altro, con la Vena porta in queste condizioni pare che anche una IPOTESI di trapianto del fegato sia impossibile ed inutile. Ci hanno detto di prepararci al peggio e che il rischio di trombosi è un evento non prevedibile e che potrebbe verificarsi a breve come pure, nelle migliori delle ipotesi, fra un anno. Guardando mio padre (non sofferente ma depresso e debole) che assolve ancora a tutte le sue attività quotidiane, stento a credere che non ci sia più niente da fare e di doverlo perdere da un momento all'altro. Chiedo gentilmente se è vero che non c'è più niente da fare, chiedo consiglio sul da farsi ed eventualmente indirizzi di centri specializzati. Certo di una Vostra cortese risposta Vi ringrazio fin da adesso e colgo l'occasione per salutarVi. Grazie, Andrea.
Risposta del medico
Dr. Fegato.com
Dr. Fegato.com
Per rispondere adeguatamente alla sua domanda è necessario essere a conoscenza di tutti i dati clinici e, soprattutto, essere in grado di poter visitare il paziente. Dai dati di laboratorio e clinici è pssibile farsi una idea della prognosi della condizione di suo padre, prima di tutto attraverso la classificazione in una delle 3 classi prognostiche di Child-Pugh, che vanno dalla “A” (la classe più benigna) alla “C” (la classe dalla prognosi più grave). Tale classificazione prende in considerazione 5 parametri: bilirubinemia, albuminemia, attività della protrombina, presenza o meno di ascite, presenza o meno di encefalopatia epatica. Inoltre è necessario valutare se vi sia una possibilità di intervenire terapeuticamente nei confronti del tumore, mediante qualche procedura tra quelle disponibili (resezione chirurgica, terapia ablativa percutanea, chemioterapia intra-arteriosa). Mentre è estremamente improbabile, oltre che non indicato, l’ipotesi di un trapianto di fegato.
Risposto il: 05 Settembre 2005