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Emodieta: la dieta dei gruppi sanguigni

Emodieta: la dieta dei gruppi sanguigni

Da almeno vent'anni l'emodieta, un regime alimentare basato sui gruppi sanguigni, conta molti sostenitori. Ma funziona davvero?

Secondo il naturopata statunitense Peter D’Adamo le persone dovrebbero assumere determinati alimenti in base al loro gruppo sanguigno.

Secondo questo studioso la popolazione può essere suddivisa in 4 categorie, in base al gruppo sanguigno:

  • gruppo sanguigno 0, quello originario, dei cacciatori che dovrebbe seguire un’Alimentazione prevalentemente a base di carne e con pochi cereali;
  • gruppo A, quello degli agricoltori, che dovrebbe seguire un’alimentazione caratterizzata da un maggiore apporto di verdure e cereali;
  • gruppo B di origine orientale che dovrebbe mangiare soprattutto pesce e latticini;
  • gruppo AB (presente solo nel 5% della popolazione) che può mangiare una più ampia varietà di alimenti.

La teoria dei gruppi sanguigni ha una specifica base evoluzionistica: dapprima furono i cacciatori che mangiavano solo carne, poi vennero gli agricoltori e quindi l’apparato digerente subì una vera e propria rivoluzione evoluzionistica per abituarsi a mangiare ed assimilare prodotti fino ad allora sconosciuti. Secondo D’Adamo l’aumento dell’incidenza di intolleranze e allergie alimentari registrata negli ultimi decenni è causata dalla scarsa aderenza a questa speciale emodieta.

Ciò perché alcune proteine, chiamate lectine, contenute negli alimenti potrebbero provocare l’Agglutinazione dei globuli rossi nel sangue perché risultano incompatibili con il proprio Gruppo sanguigno. Da qui lo sviluppo di intolleranze. Anche se le teorie di D’Adamo tornano spesso alla ribalta quando si parla di diete ed intolleranze, la comunità scientifica non ha mai accettato ufficialmente questa ipotesi.

I detrattori ricordano che numerosi studi scientifici hanno dimostrato che, tranne che in rarissimi casi, le lectine non provocano l’agglutinazione dei globuli rossi e che l’unico modo efficace per combattere le intolleranze alimentari è quello di eseguire un test sulle intolleranze ed evitare di assumere i cibi ai quali si è allergici.

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Esistono quattro diversi gruppi sanguigni, determinati dalla presenza o dall'assenza di agglutinogeni nei globuli rossi di ogni soggetto.
Ultimo aggiornamento: 26 Luglio 2017
2 minuti di lettura
Commento del medico
Dr. Alessio Franco
Dr. Alessio Franco
Specialista in Dietistica

Da ormai vent’anni e forse più, il concetto di emodieta si è affacciato nel vasto campo della nutrizione e dei numerosi modelli di dieta che la compongono. Nata per dare delle risposte alle domande più comuni, come "perché c’è chi può mangiare tutti i dolci che vuole, mentre io ingrasso solo a guardarli?" Oppure "perché io mi ammalo spesso d’influenza e altri ne sembrano immuni?".

Questo 'metodo' cerca di risalire al nostro patrimonio genetico ed in base ad esso ci consiglia i cibi a noi più adatti, anzi si spinge oltre, disegnando un quadro delle personalità dei diversi gruppi sanguigni, della predisposizione a determinate patologie e quali attività fisiche/sociali sono da preferire.

Il concetto di genetica legata all’alimentazione è sempre più diffuso e molti studi vengono effettuati in tal senso. In realtà non si è trovata una vera e propria relazione tra alimenti ingeriti e gruppo sanguigno, non si esclude che non ci sia un tipo di alimentazione più vicina al nostro 'biotipo costituzionale', ma siamo agli albori, e quindi escludere a priori determinati alimenti, preferendone anche in maniera predominante altri, potrebbe comportare uno squilibrio e numerose problematiche, senza parlare di soggetti portatori di patologie, che in tal senso devono fare un’attenzione ancora maggiore.

Esistono molte diete come, ad esempio, la paleo dieta che cercano di scavare nelle nostre predisposizioni alimentari e che, come tutte le diete, hanno efficacia su un certo numero di soggetti senza per questo dimostrare che siano adatte a chiunque. Quello che mi preme ricordare è l’importanza di studi scientifici che dimostrino a lungo termine gli effetti benefici di una dieta, e soprattutto che non è possibile fidarci esclusivamente di chi dice “su di me ha funzionato”. Non per questo voglio chiudere le porte a questo nuovo modello di alimentazione, anzi penso possa svilupparsi enormemente in futuro, ma ad oggi credo che necessiti di maggiori studi.

Per terminare voglio spezzare una lancia a favore dell’approccio di questa dieta, che non si presenta come uno dei tanti modi per farci dimagrire velocemente o diventare più belli, ma è stata studiata per promuovere benessere e migliorare la nostra qualità di vita.

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