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Combattere l'acne grazie ad un vaccino

Combattere l'acne grazie ad un vaccino

Brufoli addio: dei ricercatori stanno lavorando su un vaccino anti-acne che blocchi il processo infiammatorio delle ghiandole sebacee.
In questo articolo:

Difficile se si è adolescenti sfuggire all’acne. Quegli antiestetici segni sulla pelle comunemente noti come brufoli, foruncoli e punti neri affliggono centinaia di milioni di ragazze e ragazzi, e anche molti adulti.

Spesso detergenti e creme funzionano per un po’ senza risolvere il problema alla radice. Ma la scienza ha fatto da poco un incredibile salto in avanti: un vaccino che immunizza contro la malattia. La conquista, ancora in fase sperimentale, arriva da un gruppo internazionale di ricercatori dell’Università della California a San Diego (Usa), del National Central University di Jhongli (Taiwan) e della Brandenburg Medical School Theodore Fontane di Dessau (Germania). Il team ha individuato anticorpi specifici che prendono di mira una tossina di origine batterica responsabile del processo infiammatorio tipico dell’acne. Lo studio è apparso sul Journal of Investigative Dermatology e per ora è stato condotto sui topi e su colture di cellule di pelle umana.

Un vaccino contro l’acne: preso di mira il batterio responsabile dei brufoli

Il batterio Propionibacterium acnes (P. acnes), responsabile dell’Acne Vulgaris – l’acne comune – vive nei follicoli pilo-sebacei e sulla cute di tutti gli esseri umani, abitualmente come commensale. Il batterio è presente, quindi, non soltanto sulla pelle delle persone colpite da acne. Ma in questi casi, in presenza di pelli predisposte a un eccesso di sebo, la miscela cioè di lipidi dalla funzione lubrificante, il batterio induce processi infiammatori che portano allo sviluppo di comedoni (punti neri), pustole (brufoli) e nei casi più gravi noduli e cisti.

L’acne è una malattia cronica della pelle che interessa milioni di persone al mondo: 9 adolescenti su 10 la conoscono. Gli effetti non si percepiscono soltanto a livello cutaneo ma in molti casi sfociano in problemi di autostima e depressione giovanile. Come dunque sconfiggere l’acne se non possiamo distruggere il batterio che vive normalmente sulla nostra pelle? L’idea dei ricercatori è stata quella di bloccare ciò che provoca l’effetto negativo dell’acne partendo dal Propionibacterium acnes senza, però, eliminarlo. Il vaccino sarebbe, infatti, il primo a colpire batteri già presenti nella pelle umana.

Il vaccino contro l’acne: lo studio in corso

Il batterio produce una tossina chiamata fattore CAMP (acronimo di Christie-Atkins-Munch-Peterson, i ricercatori che la scoprirono). Gli scienziati di San Diego hanno dimostrato che è proprio questa tossina a causare l’infiammazione della pelle.

Successivamente, attraverso test sui topi ed ex vivo in cellule della pelle umana, hanno concluso che questa risposta infiammatoria può essere limitata contrapponendo al fattore CAMP alcuni anticorpi monoclonali (anticorpi identici tra loro e prodotti a partire da un solo tipo di cellula immunitaria) che riconoscono uno specifico bersaglio e sono in grado di neutralizzarlo.

La malattia infatti è caratterizzata da un processo infiammatorio del follicolo pilifero e della ghiandola sebacea; questo porta alla comparsa del brufolo in varie parti del corpo, in particolare sul viso. Gli attuali trattamenti, spesso, si rivelano insufficienti a uscire da questa fastidiosa condizione e possono causare effetti collaterali come secchezza della pelle e irritazione.

Vaccino contro l’acne: gli scenari futuri dopo i test

Lo studio apre nuove prospettive di cura. "Una volta convalidato da una sperimentazione clinica su larga scala, il potenziale impatto delle nostre scoperte è enorme per le centinaia di milioni di persone che soffrono di acne vulgaris", spiega Eric C. Huang, a capo della ricerca.

Gli studi futuri si concentreranno sulla messa a punto di una sostanza chimica non tossica che serva da vaccino sicuro per l’uomo e sia mirato al solo problema da trattare. La difficoltà, al momento, sta infatti nel trovare un prodotto che non “disturbi” la variegata famiglia di batteri che colonizza l’epidermide. Non sarà semplice:

"Se questi vaccini avranno un impatto solo sui sottoprodotti di questo specifico batterio o anche su altri batteri commensali – sottolinea infatti Emmanuel Contassot, PhD del Dipartimento di dermatologia dell’Università di Zurigo – è qualcosa che deve essere indagato, ma di certo l’immunoterapia per l’acne è una strada interessante da esplorare".

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Ultimo aggiornamento: 03 Settembre 2018
5 minuti di lettura

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