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I fattori di rischio della BPCO

I fattori di rischio della BPCO

Alimentazione, fumo e invecchiamento sono i principali fattori di rischio legati alla BPCO
In questo articolo:

BPCO o Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva, ma come in questo caso la Giornata Mondiale, spesso ritualità (ahimè) fine a se stessa, merita di essere celebrata e “gridata dai tetti”.

Nonostante decenni di campagne contro il fumo e l'inquinamento (di cui sono stato attore e testimonial), la prevalenza (numero di nuovi casi/anno) di questa patologia è in continuo aumento.

I giovani tornano a fumare, magari all'aperto, ma fumano. Anche l'alimentazione sbagliata (argomento di altri miei articoli e relazioni) contribuisce la sua parte. Del resto le statistiche ci dicono che circa un terzo dei malati di BPCO non ha mai fumato.

(Forse) tutto è dovuto ad un fatto che sembra ormai assodato dalla scienza medico-biologica: la BPCO non costituisce nelle sue caratteristiche fisiopatologiche e di storia naturale più precise una malattia d'organo ma, come molte altre patologie cronico-degenerative, esprime l'espressione a livello broncopolmonare di un processo sistemico, quasi sempre legato all'invecchiamento.

Ed essendo la curva della sopravvivenza media umana (almeno nei paesi industrializzati) in continua crescita, è conseguenza inevitabile che anche la vecchia “bronchite cronica” sia in aumento.

La mia speranza di pneumologo è anche quella che ciò sia dovuto ad una maggiore attenzione a quella che pur essendo al secondo posto per causa di mortalità a livello mondiale, rimane una malattia spesso sottodiagnosticata e, peggio, sottovalutata. Speranza che cozza contro lo sconfortante fenomeno del bassissimo numero di spirometrie (test di facilissima esecuzione e del tutto innocuo) richieste a fronte del grande numero di malati o anche dell'utilizzo di uno strumento ambulatoriale di costo quasi zero ed eseguibile in qualsiasi situazione (mi verrebbe da dire “anche in tram” come recitava lo slogan di un digestivodi lontana memoria), il pick flow meter.

Che cos'è la BPCO?

È acronimo per BroncoPatia Cronico Ostruttiva, o, per dirla all'inglese, la COPD. È una malattia respiratoria cronica, non completamente reversibile, caratterizzata da ostruzione al flusso aereo. Può manifestarsi in due forme principali: Bronchite cronica ed enfisema.

In Italia le persone affette da BPCO sono circa 2,6 milioni (età maggiore di 45 anni). Molti pazienti ne sono affetti senza saperlo, quando invece una Diagnosi precoce sarebbe fondamentale per prevenire un aggravamento.

I fattori di rischio della BPCO

Il fattore di rischio principale è il fumo di sigaretta (attivo, passivp, materno): circa il 30 % dei fumatori (>10 pacchetti/anno) oltre i 40 anni presenta una limitazione al flusso aereo; circa il 40-50% dei fumatori sviluppa BPCO.

Altri fattori di rischio sono: l'inquinamento, le esposizioni professionali, una dieta scorretta (nutrigenomica), le infezioni ripetute, fattori genetici (epigenetica),.

Come accennato sopra la BPCO si associa (condiziona e ne è condizionata) ad altre malattie croniche: Insufficienza cardiaca cronica, coronaropatia e infarto del mocardio, vasculopatia periferica, tumore polmonare, sindrome metabolica/diabete mellito, osteoporosi, depressione, insufficienza renale cronica, aritmie.

È evidente che in questo intreccio di comorbilità è fondamentale puntare molto sulla collaborazione del paziente e su fattori modificabili, come dieta e fumo (anche passivo!) e richiede da parte del medico un approccio olistico che comprenda anche aspetti non strettamente clinici, come l'insegnare il corretto uso dei device, ma sicuramente utili nel contrastare la progressione della malattia. Tutto ciò però non va lasciato al caso ma seguendo metodologie e protocolli consolidati ed efficaci, anche in materia riabilitativa, soprattutto nei casi avanzati.

Per non arrivare a questo è necessario lavoare per una diagnosi precoce. Quindi se un paziente di 40 anni o più, fumatore o ex-fumatore manifesta sintomi di tosse e/o mancanza di respiro frequenti merita una spirometria! Se, in seguito alla diagnosi (corretta e circostanziata, se possibile specialistica) viene prescritto un trattamento farmacologico, è importante  fare in modo che questo venga seguito in maniera regolare e continuativa, come per il diabete o l'ipertensione, che come abbiamo cominciato a capire sono tutte strettamente legate fra loro.

Infatti è stato calcolato che un anno di mancata aderenza alla terapia equivale ad invecchiare un anno di più! E non solo a livello broncopolmonare.

Ultimo aggiornamento: 27 Gennaio 2020
4 minuti di lettura

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