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Proteggere la pelle dai raggi solari

Proteggere la pelle dai raggi solari

Come scegliere le creme solari giuste e proteggere la pelle dai danni causati dai raggi ultravioletti.

In vista dei primi bagni di sole gli esperti si sono riuniti in occasione dell’Euromelanoma Day, la giornata organizzata dalla SIDeMaST (Società Italiana di Dermatologia e Malattie Sessualmente Trasmesse) lo scorso 16 maggio, con lo scopo di informare i cittadini sull’importanza di prevenire il melanoma, il più aggressivo tumore della pelle che uccide ogni anno 37mila persone nel mondo e la cui Incidenza è in costante aumento (dal 3 al 7% in un anno).

La causa principale dell’aumento dei tumori della pelle, soprattutto tra i più giovani, è da ricercare senza dubbio in una esposizione selvaggia e pericolosa al sole. Uno studio della Clinica Dermatologica de L’Aquila ha mostrato come i giovani utilizzino spesso creme protettive non adeguate alla situazione o addirittura non ne usino affatto.

Una scorretta esposizione ai raggi solari può essere anche causa di problemi meno seri del Melanoma. Per quattro milioni di italiani con acne, rosacea e dermatite, ad esempio, la tintarella può essere un problema al punto tale da essere, in certi casi, preclusa del tutto.

Per proteggersi, gli esperti consigliano di usare creme solari di ultima generazione che contengono non soltanto elevati filtri protettivi ma anche sostanze che proteggono la pelle dai danni causati dai raggi ultravioletti, come l’ectoina, una sostanza che stabilizza le membrane cellulari e protegge la pelle in condizioni estreme.

Insomma via libera ai benefici che possiamo ottenere grazie all’esposizione ai raggi solari, come un aumento della vitamina D, una sferzata al metabolismo del calcio, e indubbi effetti positivi sull’umore, ma attenzione massima alla protezione della pelle. I raggi del sole contribuiscono a invecchiare la pelle e le scottature la danneggiano, aumentando il rischio di melanoma.

Quali creme scegliere? In Europa esistono generalmente quattro fototipi.

  • Il primo ha una carnagione lattea, efelidi sul viso, capelli biondissimi o rossi, questa pelle non si abbronza mai perché non contiene Melanina ed è indispensabile una crema solare con fattore protettivo 50 o più.
  • Il secondo fototipo ha una carnagione chiara, capelli castano chiaro o biondi, una pelle che si abbronza leggermente. Per i primi giorni di esposizione al sole questo fototipo necessita di una crema protettiva 50+SPF e poi può usare una 25 o una 20+SPF.
  • Il terzo fototipo è il più diffuso in Italia. Ha una pelle non scura ma che si abbronza con facilità, ha occhi e capelli castani. Per questo fototipo l’ideale è iniziare con una crema di 15 – 22 +SPF nei primi giorni di abbronzatura e poi passare a 10+SPF per i giorni successivi.
  • Infine il quarto fototipo è una pelle tipicamente mediterranea, olivastra, con capelli e occhi scuri. Si abbronza facilmente e si scurisce tanto, senza scottarsi. Nei primi giorni questo fototipo si può esporre con tranquillità ma sempre proteggendo la pelle dall’invecchiamento precoce con una crema 15+SPF, poi può passare a una crema con fattore solare 6 o più.
Ultimo aggiornamento: 06 Agosto 2019
3 minuti di lettura
Commento del medico
Dr. Antonio Del Sorbo
Dr. Antonio Del Sorbo
Specialista in Dermatologia e venereologia

Il sole è un elemento indispensabile alla vita ed è un prezioso alleato della salute. In estate migliorano molte patologie dermatologiche (es: acne, psoriasi, ermatite atopica, etc) grazie all’azione sebo ed immunomodulatoria dei raggi ultravioletti. L’esposizione graduale alla luce solare stimola infatti la produzione di cortisolo (azione antinfiammatoria), di serotonina e dopamina (azione antistress).

Tuttavia un’errata esposizione al sole può divenire nel tempo la causa di alcune patologie denominate 'fotodermatosi', che vanno dalla semplice scottatura solare fino a reazioni via via più importanti come l’orticaria solare e le reazioni fototossiche e fotoallergiche. Un uso irragionevole del sole 'invecchia' la pelle e aumenta l'incidenza di tumori cutanei (basalioma, spinalioma, melanoma, etc). Tra le patologie che tendono a peggiorare al sole ricordiamo la rosacea (aumento dei capillari visibili al viso), il melasma (macchie brune di melanina) e l'herpes.

L’abbronzatura è un sofisticato sistema di difesa della cute, messo in atto per proteggerci dagli effetti nocivi dei raggi ultravioletti. La melanina prodotta è infatti un polimero che assorbe e neutralizza i radicali liberi prodotti in seguito ad un’intensa esposizione. Ma una produzione efficace di melanina si verifica dopo circa 24-48 ore dall’esposizione e pertanto bisogna stare attenti soprattutto alle prime esposizioni, quando la pelle non è ancora sufficientemente preparata a ricevere tanto sole.

Ci sono individui che si scottano spesso e si abbronzano poco (soggetti feomelanici) e individui che si abbronzano subito (soggetti eumelanici). I primi producono una melanina 'chiara' (feomelanina) poco efficace contro le scottature e pertanto si ustionano facilmente alle prime esposizioni. I soggetti eumelanici producono invece una melanina 'bruna' (eumelanina) molto più efficace a prevenire le scottature. Gli eumelanici però devono prestare attenzione al sole e alle lampade abbronzanti durante una terapia ormonale e dopo un trattamento di bellezza (es: ceretta, peeling, luce pulsata, etc) per la maggiore tendenza a 'macchiare' il viso.

Negli ultimi anni, l’aumentata 'pericolosità' delle esposizioni estive non va attribuita alla qualità del sole (rimasta in linea di massima invariata rispetto al passato), ma ad un cambiamento radicale nelle nostre abitudini. Il modello televisivo 'abbronzato è bello' aumenta il desiderio della tintarella a tutti i costi. Spesso però si ha a disposizione un’unica settimana di vacanza, dopo un digiuno solare di un intero anno trascorso tra casa e ufficio.

Fino alla scorsa generazione, le vacanze estive della famiglia media duravano circa 2 mesi. Nella nuova era della globalizzazione le attività commerciali esercitano 12 mesi all’anno e la vacanza si limita ai famosi '7 giorni all inclusive'. Non essendo ancora la pelle pronta a ricevere un tale carico di sole, ci si scotta e si attribuisce ingiustamente la causa ad un sole 'malato' piuttosto che ad un cambio generazionale di usi e costumi.

Esistono in farmacia tantissime creme a bassa, media e alta protezione, quale scegliere? Solitamente al momento del controllo periodico dei nei presso il proprio dermatologo, viene consigliato un programma personalizzato di fotoprotezione, in base al tipo di pelle (fototipo) e alla presenza di eventuali problemi dermatologici (es. acne, atopia, cheratosi attiniche, cloasma, orticaria solare, etc).

Le creme di ultima generazione hanno il vantaggio, rispetto a quelle tradizionali, di essere quasi trasparenti, pur avendo un fattore di protezione molto alto. Alcune di esse sono dei veri e propri dispositivi medico chirurgici contenendo, oltre ai classici filtri fisici e chimici, anche sostanze in grado di favorire la riparazione del DNA fotodanneggiato, di potenziare importanti attività enzimatiche cutanee (es. enzima fotoliasi) e di stabilizzare l'azione antiradicalica sulle membrane cellulari. Nonostante l'ampia scelta di prodotti solari, si raccomanda anche quest’anno un’esposizione graduale al sole e l’uso di creme con fattore di protezione adeguato al fototipo e alla fascia di età, suggerite dal proprio dermatologo.

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