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Gli italiani e la contraccezione: quanto sono informati?

Gli italiani e la contraccezione: quanto sono informati?

La Giornata Mondiale della Contraccezione è rivolta soprattutto ai giovani per promuovere la corretta informazione sulla propria salute sessuale.
In questo articolo:

Promuovere tra i giovani la corretta informazione riguardo la propria salute sessuale e riproduttiva, spiegando l’importanza della contraccezione in ogni sua alternativa e quanto sia basilare la scelta del metodo contraccettivo più adatto. Sono gli obiettivi della Giornata Mondiale della Contraccezione (World Contraception Day), fondata nel 2007, che si svolge oggi 26 settembre attraverso una serie di iniziative e una campagna social che fa leva sull’hashtag “#wcd2017”.

Molto spesso, infatti, tra i più giovani c’è molta disinformazione e scarsa consapevolezza sull’argomento. Così, affinché la maternità e la paternità rappresentino davvero una scelta, la contraccezione deve essere al centro della progettualità e dell’operatività dei consultori, ma un ruolo importante deve essere assunto anche dalle famiglie e da chi svolge, ogni giorno, la funzione di educatore.

Informare, dunque, è un dovere. A sorpresa, anche gli uomini cercano informazioni sulla contraccezione; in particolar modo, grazie all’opportunità di confrontarsi con gli specialisti ginecologi, ricevendo informazioni più dettagliate sulla contraccezione ormonale, così da poter essere partecipi delle scelte di coppia.

Gli italiani e la contraccezione

Nel 2016 la Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (Sigo) ha presentato i risultati di una ricerca condotta in 9 paesi su 4.500 donne d’età compresa tra i 20 e 29 anni (di cui 500 italiane). È emerso che nel nostro paese il 24,8% delle donne in età fertile ricorre a sistemi poco sicuri per evitare una gravidanza indesiderata. Il 17,5% utilizza la pericolosa pratica del coito interrotto, il 4,2% si affida ai metodi naturali e il 3,1% alla “fortuna” oppure altri rimedi. E ancora, soltanto il 16,2% delle italiane opta per la contraccezione ormonale.

Contraccezione, le figlie agiscono come le madri

Un’istantanea sui (minimi) mutamenti tra una generazione e l’altra arriva da un’indagine condotta in 9 paesi europei – tra cui l’Italia – su un totale di 9 mila donne di età compresa tra i 21 e i 65 anni. Dalle risposte raccolte tra novembre 2016 e gennaio 2017 è emerso che – nonostante gli importanti progressi avvenuti nel mondo della contraccezione femminile rispetto agli ultimi decenni – la “pillola” resta il contraccettivo più conosciuto tra le ragazze di età compresa fra i 20 e i 29 anni (insieme al preservativo che è usato solo dal 22% di esse).

In riferimento alla scelta del metodo contraccettivo migliore, le “millennial” (termine che rimanda alla generazione dei nati tra il 1980 e il 2000) si comportano più o meno al pari delle loro mamme, le ultime nate della generazione universalmente nota come “baby boomer” (1946-1964).

Un esempio: il 51% delle baby boomer considerava di non possedere le informazioni indispensabili per intraprendere una scelta consapevole e la stessa difficoltà viene ascritta al 35% delle millennial, nonostante queste ultime siano più indipendenti e consapevoli rispetto al passato (anche grazie all’accesso alle informazioni online). E ancora, le preoccupazioni sui metodi contraccettivi sono simili per entrambe le generazioni: esporre il corpo a ormoni sintetici e scordarsi di prendere la pillola costituiscono, infatti, le prime due fonti di apprensione.

Per approfondire guarda anche: “Contraccezione ormonale: i timori delle giovani donne”

Leggi anche:
Il preservativo è il metodo contraccettivo più usato; è fondamentale indossarlo prima di ogni rapporto per evitare possibili malattie.
Ultimo aggiornamento: 25 Settembre 2020
4 minuti di lettura

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